Di Luigi Rubinelli

Sono usciti i dati del primo semestre 2022 di Esselunga. Li riportiamo integralmente e dopo esprimeremo un giudizio.

“A partire già dall’11 novembre 2021, Esselunga ha effettuato una significativa riduzione dei prezzi a scaffale finalizzata a rafforzare ulteriormente la sua competitività e la già consolidata immagine di convenienza presso i clienti, confermata da indagini di mercato che hanno sottolineato la leadership del Gruppo. Su oltre 1.500 articoli tra i più presenti nel carrello della spesa dei consumatori, Esselunga ha ridotto i prezzi su tutte le piazze, con decrementi tra i 6 e gli 8 punti percentuali. Questa attività è stata comunicata al pubblico attraverso una campagna media con il claim ‘Anche quando il carovita sale i nostri prezzi non temono confronti’ proseguita fino al 30 aprile 2022. Tale scelta strategica che ha comportato un importante investimento economico ha impattato sui risultati di questo primo semestre.

Com’è andata nel primo semestre

Il Gruppo Esselunga ha realizzato Vendite per 4.322,1 milioni di euro, in lieve contrazione dello 0,2% rispetto al corrispondente periodo 2021. Il semestre letto con il pari periodo precedente risente di una base di confronto molto alta (+6,7% nel 1° semestre 2021).

I prezzi a scaffale

I prezzi a scaffale hanno registrato un incremento medio dell’1,7%. Per contro, è stata ricevuta un’inflazione media del 7,4% dai fornitori. Assorbire il 5,7% dell’inflazione è stata una scelta strategica maturata proprio al fine di tutelare il potere di acquisto dei clienti. È stata mantenuta la convenienza relativa nei prezzi di vendita con 0,8 punti percentuali sotto la media della Trading Area e con 1,2 punti percentuali sotto la media del mercato nazionale (Fonte: Nrps Nielsen).

Il margine lordo e gli altri risultati

Il Margine operativo lordo (Ebitda) è pari a 214,6 milioni di euro (5,0%), in diminuzione rispetto a 427,1 milioni (9,9%) del 1° semestre 2021. Tale prevista diminuzione è dovuta ai seguenti fenomeni: o contrazione della marginalità per l’investimento sui prezzi sopra citato o significativo aumento dei costi di approvvigionamento di energia elettrica, gas e combustibili o effetto positivo sul 1° semestre 2021 – non presente nel 2022 – della chiusura della campagna Fìdaty quinquennale. Il risultato operativo (Ebit) è pari a 30,7 milioni (0,7%), rispetto a 241,8 milioni (5,6%) del 1° semestre 2021. L’utile netto ammonta a 2,7 milioni (0,1%) rispetto a 221,1 milioni (5,1%) del 1° semestre 2021. Gli investimenti sono stati 151,9 milioni.

La posizione finanziaria netta è negativa per 2.347,3 milioni, in peggioramento di 630,0 milioni rispetto al 31 dicembre 2021, principalmente per gli effetti dell’acquisto del 32,5% del capitale sociale di La Villata da Unicredit pari a 444,2 milioni, come sintetizzato nella tabella seguente:

Posizione Finanziaria Netta (milioni di euro)                                   30.06.2022        31.12.2021

Posizione Finanziaria Netta                                                                   2.347,3                1.717,3

Impatto leasing operativi (IFRS 16 Leases)                                        472,7                    476,5

Posizione Finanziaria Netta adjusted                                                   1.874,6               1.240,8

di cui impatto dell’acquisto del 32,5% del c.s. di La Villata              444,2                  –

 

Si comunica che Esselunga ha sottoscritto tre nuove linee di credito revolving per complessivi 300 milioni della durata di 5 anni”.

Il parere della redazione

Fino a qui il comunicato del Consiglio di amministrazione di Esselunga. Quante aziende possono presentare pubblicamente, cioè visibile a chiunque, gli stessi dati sui prezzi, sui margini e sugli indici finanziari? Non è una provocazione, ma la volontà di capire cosa sta succedendo. Abbiamo scritto recentemente (leggi qui) dell’avvio di una campagna di concentrazione tramite acquisizioni nella Gdo. Esselunga sembra assorbire bene l’impatto dell’innalzamento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Oltretutto per diverse merceologie è anche produttore. Chi sta lavorando sul franchising come Carrefour sta delegando a valle una serie di costi. E va bene così. E tutte le altre aziende? Il problema è che non sono disponibili i dati semestrali e quando arriveranno quelli di Mediobanca, annuali, lo scenario sarà già cambiato.