Roma – “Credo sia importante far capire agli italiani quale sia il valore che la filiera cosmetica è in grado di creare: 33 miliardi di euro di volume d’affari complessivo”. Questo il messaggio che Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri, ha lanciato con un videomessaggio in occasione dell’Assemblea Pubblica di Cosmetica Italia, tenutasi ieri presso il museo dell’Ara Pacis di Roma. “Un settore che genera ricchezza e posti di lavoro, non così conosciuto come meriterebbe. Quasi nessuno ne conosce i primati su scala globale: è prodotto da imprese italiane il 67% del make up consumato in Europa, il 55% di quello consumato nel mondo”. Proprio per questa importanza, prosegue la premier, il Governo intende rivolgere al comparto la stessa attenzione che riserva ai settori più noti del made in Italy. “Per aiutare le imprese e non ostacolarle, per generare uno sviluppo duraturo e stabile” (tutti i contenuti del videomessaggio qui).

Il sistema della cosmetica per l’Italia. Una filiera di eccellenza che crea valore.

L’Assemblea Pubblica (qui il video completo) è stata l’occasione per presentare, per la prima volta, lo studio La cosmetica crea valore per l’Italia, condotto da Althesys con il contributo del Centro Studi di Cosmetica Italia, che ha misurato il valore condiviso generato dal sistema della cosmetica per l’intero Paese.

“I numeri che emergono da questa analisi forniscono una certificazione autorevole di come il settore cosmetico sia in grado di generare un valore vasto e tangibile che investe non solo il comparto stesso, ma anche tutti quelli a esso connessi – ha commentato Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia – Al pari di altre realtà manifatturiere, anche la cosmesi è un’eccellenza italiana, tra i driver del made in Italy nel mondo, che si fa ambasciatrice di elevati standard di qualità, sicurezza e innovazione. Operando sempre più come sistema puntiamo a essere solidi e concorrenziali, continuando ad affermarci come un’industria che fa bene al Paese”.

Analizzando l’intera filiera a monte e a valle dell’industria cosmetica (includendo quindi oltre alla produzione, anche fornitori di materie prime, macchinari, packaging e servizi; logistica; rete distributiva articolata in canali commerciali e professionali), è stata misurata la ricchezza prodotta, direttamente e indirettamente, in ogni anello della catena e le sue ricadute sull’intero sistema socio-economico nazionale. È emerso che il sistema della cosmetica in Italia ha generato un valore condiviso pari a 22,3 miliardi di euro nel 2021. Un ammontare rilevante che equivale all’1,25% del Pil dello stesso anno.

Valore condiviso è sinonimo di benefici per la collettività. Basti pensare che il 90% delle ricadute dirette è percepito dallo Stato, dai lavoratori e da altre aziende della filiera. La contribuzione fiscale generata è di 6,7 miliardi di euro tra filiera e indotto; il 30% del valore creato è distribuito allo Stato attraverso le varie imposte e i contributi. Significativa è anche la ricaduta occupazionale legata al sistema della cosmetica in Italia. Si tratta di un vero e proprio effetto moltiplicatore che comporta 6,3 posti di lavoro aggiuntivi nella filiera allargata per ogni addetto dell’industria cosmetica.

Inoltre, le aziende dedicano a salari e contributi 6,4 miliardi di euro, dando lavoro a circa 155mila addetti nella catena che va dalla produzione alla distribuzione. Il numero dei lavoratori sale a 390mila includendo i canali professionali di estetica e acconciatura. I salari pagati, se comparati ai consumi, equivalgono a quanto necessario per il sostentamento di 220mila famiglie.

“L’industria cosmetica italiana mostra una grande capacità di creare valore condiviso, cioè di generare benefici, ricchezza e occupazione oltre i propri confini”. Ha evidenziato Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys. “Le ragioni risiedono nella peculiarità della filiera, costituita da grandi gruppi internazionali così come da piccole-medie imprese, con il 90% di fornitori italiani e un forte export; tutti elementi che producono indotto e cospicue ricadute su tutto il sistema socio-economico italiano”.

La Tavola rotonda

Accanto alla presentazione dello studio, una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Rai-Tg1 Giorgia Cardinaletti, ha coinvolto esponenti di alto livello legati al mondo della cosmesi, dell’industria, delle istituzioni e dei consumatori; sono intervenuti: Giorgio Maria Bergesio (vicepresidente Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica), Gianpiero Calzolari (presidente BolognaFiere), Massimiliano Dona (presidente Unione Nazionale Consumatori), Maurizio Marchesini (vicepresidente Confindustria per le Filiere e le Medie Imprese), Luca Squeri (capogruppo in Commissione Attività produttive, commercio e Turismo della Camera dei deputati).

Le conclusioni sono state affidate al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Cosmetica Italia con circa 640 imprese rappresenta una grande realtà italiana, una eccellenza tecnologica e green, un modello di sostenibilità. Come Mimit, sosteniamo l’innovazione e la formazione tecnica. Stiamo lavorando a un’operazione di riqualificazione delle competenze a ogni livello per creare sinergia tra formazione e impresa. Sull’innovazione tecnologica stiamo lavorando anche in sede europea e in sinergia con il ministro Fitto per ottenere le risorse necessarie a rilanciare il piano 5.0 per sostenere le nostre imprese nella doppia transizione green e digitale. Nel contempo, siamo impegnati a evitare che i nuovi regolamenti europei su imballaggi, microplastiche e acque reflue siano vessatori per le imprese italiane, che proprio sulla sostenibilità e sul benessere dei consumatori hanno investito più di tutte».

Durante l’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia è stato inoltre consegnato l’Attestato di eccellenza COSMAST-Master di II livello in Scienza e Tecnologia Cosmetiche dell’Università degli Studi di Ferrara al Sen. Renato Ancorotti (Presidente Ancorotti Cosmetics). Il riconoscimento ha voluto evidenziare la forte spinta innovatrice e lo spirito imprenditoriale di un capitano d’azienda che è riferimento per il settore e per la produzione contoterzi.