Roma – Oggi la fotoprotezione è più personalizzata, performante e, grazie a ingredienti anti-ageing, lenitivi, sebo-regolatori e idratanti, si avvicina sempre di più ad altri prodotti cosmetici. Si declina in base al fototipo, all’età, alla tipologia di pelle e a eventuali patologie dermatologiche, spiega Aideco in una nota.

Le pelli più chiare, con fototipo da I a III, oltre a quelle sensibili, acneiche e soggette a rosacea, hanno bisogno di Spf alti, da 30 a 50+, e di formulazioni ricche di antiossidanti, lenitivi, agenti sebo-regolatori o idratanti. “Le formulazioni moderne possono diventare veri trattamenti coadiuvanti: un solare per pelle acneica, per esempio, può contenere ingredienti con azione lenitiva e sebo-normalizzante; mentre uno per pelle matura può offrire un’azione antiossidante e ristrutturante”, illustra Benedetta Basso, cosmetologa Aideco. La fotodermoprotezione selettiva, invece, consente di schermare solo alcune bande dello spettro solare, lasciando passare solo quelle con effetti terapeutici, come la luce blu, per contrastare l’acne, o l’Uva lungo, contro la psoriasi. È questo il concetto di ‘fotoprotezione dedicata’, che si adatta allo stato di salute della pelle.

Le nuove formulazioni, poi, sono spesso arricchite con vitamine C ed E, flavonoidi, estratti botanici con azione antiossidante e booster tecnologici, per migliorare la resa applicativa e sensoriale del prodotto. Ci sono anche nuove metodiche come la fotobiomodulazione (Pbm), che, consentendo l’uso controllato di lunghezze d’onda terapeutiche come luce rossa e infrarossa, stimolano la produzione di collagene.

Cresce inoltre l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, con l’industria cosmetica sempre più orientata verso molecole fotoprotettive eco-friendly di origine vegetale e biotecnologica e verso pack riciclati o riciclabili.

Aideco ricorda che, per essere efficace, la fotoprotezione deve essere applicata in quantità adeguate (circa 35 grammi per un adulto) ogni due ore e scelta in base al contesto in cui ci si trova.