Roma – È una partenza molto rallentata quella del Piano 5.0, il programma che combina la transizione energetica e quella digitale tramite benefici fiscali per le aziende che presentano progetti ad hoc. In tre mesi sono stati prenotati crediti d’imposta per 99 milioni, ovvero l’1,6% dei 6,23 miliardi disponibili, a valere sul Pnrr, come scrive il Sole 24 Ore. Ad oggi sono 324 le imprese che hanno avanzato la richiesta. Considerando anche i progetti ‘in bozza’, non ancora valutati, il totale salirebbe a 115,7 milioni di crediti d’imposta richiesti da 480 imprese. Numeri sicuramente inferiori alle attese.
Proprio per questo il governo sta studiando una serie di correzioni e semplificazioni. In particolare, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, il Mimit vorrebbe agire soprattutto su aliquote e tetti d’investimento. Per tutti gli investimenti gli scaglioni potrebbero diventare due: fino a 10 milioni il primo, e tra 10 e 50 milioni il secondo, con aliquote rispettivamente del 50% e del 15% nella categoria di risparmio energetico. All’aumentare dell’efficienza energetica si andrebbe a 50% e 20% e, infine, nella categoria classe energetica top si salirebbe a 60% e 25%. E’ allo studio anche una maggiorazione per i pannelli fotovoltaici, cercando di evitare l’acquisto di prodotti made in China con super incentivi destinati ai moduli “sotto di un gradino per efficienza energetica”, ovvero la categoria in cui sono più presenti modelli 100% made in Europe.