Il cosmetico incide sul nostro benessere psico-fisico, tocca aspetti evocativi e ci regala soddisfazione. Sarà per questo che il suo utilizzo è ormai profondamente radicato nelle nostre abitudini. Ciò si traduce nei dati preconsuntivi di Cosmetica Italia, che parlano chiaro: secondo le stime, nel 2023 il fatturato dell’industria raggiungerà i 14,8 miliardi di euro. E, nel 2024, arriverà a toccare i 16 miliardi.

Di Alice Giannetta

L’industria cosmetica reagisce bene al momento di crisi che stiamo vivendo. Nonostante le fluttuazioni dei prezzi, l’inflazione e le incertezze derivanti dal difficile scenario geopolitico, questo settore procede spedito verso una crescita costante. È il risultato dell’Indagine Congiunturale del Centro Studi di Cosmetica Italia, l’appuntamento semestrale che consente di fare luce sui trend attuali e sull’andamento del mercato e dell’industria. Se ne è parlato il 2 ottobre, giornata conclusiva della Milano Beauty Week, all’interno di Palazzo Giureconsulti a Milano.

“Gli ultimi due anni sono stati complessi”, riconosce il presidente di Cosmetica Italia, Benedetto Lavino, “a causa delle strozzature delle catene logistiche e dei grandi rincari energetici”. Questo si è tradotto in un rincaro prezzi dei cosmetici del 7-7,5%, dipeso anche dall’aumento del costo delle materie prime, che ha poi pesato su tutta la catena produttiva. Nonostante questo, il cosmetico continua ad avere una rilevanza specifica nella vita delle persone, poiché rappresenta il piccolo gesto quotidiano attraverso cui prendersi cura di se stessi.

Sarà per questo che, secondo il preconsuntivo del 2023, il fatturato delle imprese cosmetiche arriverà a toccare entro la fine dell’anno i 14,8 miliardi di euro (+10,9% rispetto al 2022), con una proiezione per il 2024 di 16 miliardi. Di fatto, si parla di 2,7 miliardi in più rispetto al 2019. “Questo” – spiega Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia – “confermerebbe non solo un superamento della crisi, ma anche l’avvio di un processo di crescita costante”.

Buone notizie anche per l’export

Performance positive anche per le esportazioni, già in crescita nel 2021 e 2022. Secondo le proiezioni, l’export italiano toccherà i 6,7 miliardi di euro (15% in più), che diventeranno 7,4 miliardi nel 2024. 35% in più di valore esportato rispetto al 2019, sintomatico della ciclicità che caratterizza il settore della cosmetica, con gli Stati Uniti che si attestano primo mercato export di riferimento per l’Italia.

L’evoluzione dei canali distributivi

Diverse conferme e sorprese, invece, caratterizzano l’evoluzione dei canali distributivi dei cosmetici in Italia. Mass market, profumerie e farmacie si attestano i tre canali principali, riportando valori positivi soprattutto nel secondo semestre. Bene anche l’e-commerce, che aumenta del 12%.

Per quanto riguarda, invece, le dinamiche industriali nel primo semestre 2023, il 43% degli operatori del settore cosmetico intervistato ha dichiarato di aver aumentato gli investimenti rispetto al secondo semestre del 2022. Spunta anche un interessante dato riguardo a un parziale rientro dei costi di produzione: -28%. Questo evidenzia senza dubbio un miglior controllo delle spese, quindi una maggior virtuosità delle imprese, in affiancamento ad un abbassamento dei prezzi di produzione.

Importanti anche gli altri dati: +10% d’investimento in macchinari e impianti, +13% d’investimenti in manutenzione, + 11% di ricerca e sviluppo, +12% comunicazione e +9% di occupazione.

La sostenibilità: da tematica innovativa ad asset aziendale

Un altro punto importante toccato dall’indagine riguarda anche la sostenibilità, che oggi non è più intesa come un elemento di novità, ma come una componente costante del fare impresa.

L’orientamento delle imprese, infatti, è sempre più volto verso un lavoro etico e sostenibile. A tal proposito, la strategia dell’efficientamento energetico e delle energie rinnovabili è stata intrapresa dal 91,4% delle aziende lombarde e dall’85,7% di quelle italiane. Di fondamentale importanza anche le altre strategie d’impresa adottate, tra cui gestione degli scarti di produzione, emissioni e rifiuti, riqualificazione del sito produttivo, engagement della filiera e rimodulazione logistica e distribuzione.