L’andamento del comparto personal care secondo i dati dell’Osservatorio Immagino Gs1 Italy. Che ha analizzato 34 claim presenti su oltre 22mila referenze beauty.
Di Irene Galimberti
“Le etichette raccontano i consumi degli italiani”. E’ il motivo per cui l’Osservatorio Immagino monitora da anni sempre più prodotti del largo consumo – tra food&beverage, pet care, prodotti cura persona e casa – sugli scaffali di ipermercati e supermercati. La 13esima edizione di questo report semestrale è arrivata a esaminare l’andamento di quasi 133mila referenze digitalizzate nell’anno terminante a dicembre 2022 dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi (ingredienti, loghi e certificazioni, claim) incrociando i dati con le rilevazioni Niq su venduto (retail measurement service) e consumo (consumer panel).
Lo scenario complessivo
Dallo scenario generale, si registrano carrelli sempre più vuoti e scontrini sempre più alti. Con i prezzi gonfiati dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita, che causano di contro la contrazione dei volumi. Focalizzando l’attenzione sul cura persona, sono 34 i claim e 22.344 i prodotti analizzati, per una copertura che raggiunge l’89% del reparto. Da questa analisi emerge come, a fine 2022, i prodotti per la cura e l’igiene della persona hanno registrato un trend a valore pari al +5% nei supermercati e ipermercati italiani. Di contro, il trend delle vendite in volume è in calo del -5,8%.
Claim: i macro gruppi del personal care
In questo grande mondo, l’Osservatorio Immagino ha rilevato in etichetta tre benefici principali riportati su 6.798 prodotti. Insieme, questi hanno registrato un aumento di sell out del +5,7% (superiore a 1 miliardo di euro) e un calo del -4,2% dei volumi venduti. Trend negativo, sottolinea l’Osservatorio, nonostante l’aumento del +3,9% della componente di offerta e la crescita del +1,8% della componente di domanda.
‘Proteggere e riparare’
Nel dettaglio, il beneficio funzionale più segnalato e che sviluppa il maggior giro d’affari è la capacità di ‘proteggere e riparare’, segnalato su 3.883 prodotti per oltre 661 milioni di euro di sell out (+3,4% vs 2021). Una categoria che raggruppa soprattutto referenze di igiene orale, igienico-sanitarie, di igiene personale, hair care, ma anche corpo, mani e piedi. Tutti i segmenti registrano una variazione positiva annua delle vendite a valore (a eccezione della profumeria, che però ha un peso limitato), ma volumi in calo (-4,4% a totale).
‘Idratare e rinnovare’
Il secondo gruppo, in termini di fatturato, è quello dei 3.075 prodotti che evidenziano in etichetta la loro capacità di ‘idratare e rinnovare’. Nel 2022 hanno aumentato del +9,8% le vendite in valore, arrivate a 389 milioni di euro, ma hanno diminuito del -5,5% quelle a volume. Igiene personale, prodotti corpo, mani e piedi, viso e capelli sono le categorie più importanti. Nel 2022 tutte le merceologie sono cresciute a valore, con l’unica eccezione di rasatura e depilazione, mentre in volume si sono espanse le vendite solo per parafarmaceutico, prodotti viso e igiene orale.
‘Rigenerare e rivitalizzare’
Il miglior andamento a valore è stato registrato dall’area funzionale legata al claim ‘rigenerare e rivitalizzare’. Presente su 806 prodotti, il sell out ha raggiunto 92 milioni di euro con un trend a +26,9%, mentre calano (-1,1%) i volumi. Questa categoria comprende soprattutto referenze per l’igiene personale (in lieve calo a valore); prodotti per viso (con trend positivo); e prodotti per capelli e oral care (in aumento anche a volume).
‘Free from’
All’interno dei 34 claim esaminati, 13 sottolineano on pack che il prodotto è privo di un componente. Caratteristica rilevata su 3.574 referenze che hanno prodotto oltre 415 milioni di euro in sell out: +1,4% a valore vs -4,9% a volume. La voce più importante per giro d’affari è ‘senza alcol’, con 972 prodotti e 157 milioni di euro di sell out (+4,2% a valore e +0,6% a volumi). I segmenti più legati a questo claim sono l’igiene personale e orale, che insieme valgono più del 73% del totale.
‘Rich in’
Sono invece 7 i claim che evidenziano la presenza di un componente. Questo segmento dei ‘rich in’, per quanto riguarda il cura persona, ha chiuso il 2022 con un lieve calo nei volumi (-0,6%) e con una crescita del +7,6% a valore, arrivando a sfiorare i 179 milioni di euro in sell out. Per valore e presenza a scaffale, il claim numero uno è ‘con vitamine’, presente su 1.100 prodotti per incassi a +4% e volumi a -3,1%. I solari e le referenze per il viso hanno registrato le crescite maggiori a valore; mentre più di tutti shampoo, saponi persona e carta igienica hanno visto calare i volumi.
‘Green’
Il totale dei prodotti personal care caratterizzati da ingredienti biologici o di origine naturale e/o vegetale conta più di 2.600 referenze, per oltre 215 milioni di euro di giro d’affari. Trend positivo a valore +4,5% ma negativo a volume -4%, con un’offerta dinamica (+11,6%) che si scontra con la domanda in contrazione (-7,1%).
Tendenze o risparmio?
L’andamento dei claim fotografato dall’Osservatorio delinea senza dubbio un dato di fatto: i consumi sono in calo. In un contesto così critico a livello di prezzi, inflazione e costo della vita, le tendenze e le preferenze dei consumatori passano in secondo piano nella composizione del carrello della spesa. Sacrificate a scapito di più stringenti necessità. Con l’intento di frenare l’inflazione, nei giorni scorsi il ministro del made in Italy, Adolfo Urso, ha avanzato la proposta di calmierare i prezzi di un paniere di beni essenziali. Intervento ben visto dalla distribuzione, che però chiede a gran voce, da mesi, il coinvolgimento delle filiere a monte, a partire dall’industria. Si riuscirà, con l’aiuto del Governo, a organizzare il tanto agognato tavolo di confronto fra retail e produzione?
Maggiori dati e approfondimenti saranno pubblicati sul prossimo numero della rivista b2B beautyToBusiness.