Düsseldorf (Germania) – Nonostante una leggera flessione registrata nel primo trimestre 2023, i costi delle materie prime e dei semilavorati impiegati nella produzione di imballaggi flessibili restano al di sopra dei livelli di fine 2020. É quanto emerge da una nota diffusa dall’associazione europea di settore, Flexible Packaging Europe (FPE). Nel Q1 2023 si è infatti registrato un calo per l’intero paniere di materiali, con la sola eccezione del foglio di alluminio. Raggiungendo un incremento del +187% rispetto al quarto trimestre 2020. La carta monopatinata da 60 gsm si è mantenuta stabile al +170%.
Anche le plastiche si mantengono al di sopra dei livelli 2020: la pellicola Bopa da 15 micron al 147%, la pellicola Pet da 12 micron al 145% e la pellicola Bopp da 20 micron al 140%. Ldpe e Hdpe registrano riduzioni di prezzo molto inferiori, con un -3% ciascuno, attestandosi al 161% e 144% rispettivamente.
“Sebbene i prezzi dei materiali per imballaggi flessibili abbiano registrato per la maggior parte un lieve calo, si attestano pur sempre a livelli altissimi se paragonati al mercato pre-Covid”, spiega Guido Aufdemkamp, direttore esecutivo di FPE, in una nota ufficiale. “Questo calo è dovuto in parte alla riduzione delle scorte lungo tutta la catena del valore e in parte all’indebolimento della domanda dei consumatori finali. Se l’inflazione si manterrà alta, è probabile che i consumatori restino cauti. Una buona notizia è che i costi energetici sono in calo, un fatto che potrà avere ripercussioni positive sui livelli generali dei prezzi”.
Fonte immagine: Flexible Packaging Europe (FPE)