L’Assemblea pubblica dell’Associazione nazionale delle imprese beauty è stata occasione per ribadire l’importanza del comparto nel sistema Italia. Oltre che un momento di confronto a più livelli con la Politica.

L’industria del beauty ‘alza la voce’. È una missione, quella di farsi valere, che Cosmetica Italia porta avanti da tempo, insieme ai suoi presidenti, da quando ancora si chiamava Unipro. Un lavoro di valorizzazione del comparto che da Fabio Rossello è continuato con Renato Ancorotti e ora con Benedetto Lavino. Bello vedere perseguire, nei diversi mandati, l’obiettivo primario: sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza sociale ed economica dei cosmetici. E l’Assemblea Pubblica tenutasi martedì 28 febbraio, all’Ara Pacis di Roma, poteva sembrare un traguardo, con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, che ha riconosciuto il peso della filiera per il sistema produttivo italiano. Invece no. Benedetto Lavino, in chiusura del suo intervento iniziale – in cui è emerso nuovamente il dato di una bilancia commerciale di tutto rispetto (pari a 3,2 miliardi di euro) – ha tenuto a specificare che si tratta di un nuovo inizio. Che apre la strada a una maggiore consapevolezza pubblica su quanto la cosmetica sia #UnIndustriaCheFaBeneAlPaese, ma anche l’inizio di un nuovo corso, in cui operare sempre più come sistema.

E questa consapevolezza emerge dal videomessaggio della premier: “Credo sia importante far capire agli italiani quale sia il valore che la filiera cosmetica è in grado di creare: 33 miliardi di euro di volume d’affari complessivo. Un settore che genera ricchezza e posti di lavoro, non così noto come meriterebbe. Quasi nessuno ne conosce i primati su scala globale: è prodotto da imprese italiane il 67% del make up consumato in Europa, il 55% di quello consumato nel mondo”. Proprio per questa importanza, prosegue la premier, il Governo intende rivolgere al comparto la stessa attenzione che riserva ai settori più noti del made in Italy. “Il nostro compito non può che essere quello di mettervi nelle condizioni di lavorare al meglio”. Tra le iniziative avviate, Giorgia Meloni cita il Comitato per il made in Italy nel mondo, la riforma organica del sistema degli incentivi alle imprese, la sospensione della plastic tax e l’impegno per un sistema formativo più integrato con il mondo produttivo. “Abbiamo tantissimo lavoro da fare certo, sia a livello nazionale sia a livello europeo, a partire da alcuni provvedimenti importanti come i regolamenti proposti dalla Commissione europea in tema di imballaggi, microplastiche o trattamento delle acque reflue urbane, una battaglia che stiamo già portando avanti. Norme che auspichiamo saranno adottate per aiutare le imprese e non, invece, per ostacolarle. Questo Governo come sapete ha un programma ambizioso: fare quelle riforme che l’Italia aspetta da decenni, liberare le migliori energie di questa Nazione, creare i presupposti per uno sviluppo duraturo e stabile”.

Una ulteriore dimostrazione del valore condiviso (sinonimo di benefici per la collettività) generato dalla filiera cosmetica viene dall’analisi effettuata da Althesys, società specializzata in ricerche e consulenze per le imprese. Alessandro Marangoni, Ceo della società, ha spiegato come sia stato reso una misura tangibile lo ‘share value’. Che per l’industria cosmetica è pari a 22,3 miliardi di euro nel 2021. Un ammontare rilevante, che equivale all’1,25% del Pil dello stesso anno e che dimostra quanto il comparto sia in grado di generare benefici, ricchezza e occupazione oltre i propri confini.

Ben consapevole del valore del comparto si è dimostrato anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Conosco il sistema cosmetico da qualche decennio. Da quando, dal 2001, sono stato Rappresentante Delegato al commercio con l’estero. E ho constatato di persona il valore e l’importanza del settore”. Dopo una breve spiegazione della scelta del nuovo nome del ministero, Urso ha parlato di come si intenda accompagnare gli investimenti in innovazione e transizione ecologica, ma con la richiesta di maggior consapevolezza, saggezza, pragmatismo da parte dell’Unione europea, che deve coniugare le esigenze del rispetto ambientale con quelle della riconversione industriale. Deve rendere immediato e flessibile l’utilizzo di tutte le risorse europee. E soprattutto deve pensare di creare una sovranità che possa reagire in fretta e competere con America e Cina, con misure assertive, supporti adeguati, lavorando su un Fondo Europeo e sulle materie prime critiche. Per non cadere dalla subordinazione all’energia fossile della Russia a quella ‘tecnologica/economica/produttiva’ cinese, che sarebbe anche politica. “Bisognerà creare una politica industriale che ci consenta di costruire l’autonomia strategica europea, fondamentale per garantire quel sistema di valori e benessere su cui è fondata l’Unione”. Intanto, entro fine anno saranno lanciate nuove iniziative e legislazioni per delineare una strategia nazionale, ottimizzando il sistema di incentivi e sostenendo con ogni mezzo anche la lotta alla contraffazione. Sarà molto importante, con il collegato alla manovra finanziaria, la valorizzazione a 360 gradi del made in Italy. Ma anche la creazione di una sintonia fra i bisogni delle imprese e il sistema scolastico.

 

LA TAVOLA ROTONDA

Molto interessante anche la tavola rotonda. Maurizio Marchesini, vicepresidente Confindustria per le Filiere e le Medie imprese, ha sottolineato l’importanza della filiera quale sistema produttivo che contraddistingue l’Italia. Un punto di forza che ci ha consentito di affrontare e superare le problematiche legate alla pandemia. Il comparto cosmetico, oltretutto, corre veloce sia in termini di ricerca e sviluppo, sia in tema di transizione digitale e ambientale. Bisogna quindi rispondere prontamente alle esigenze di queste imprese e rivalutare le dipendenze strategiche in quanto a forniture.

Giorgio Bergesio, vicepresidente Commissione Industria del Senato, ha spiegato le iniziative intraprese dal Governo e quelle previste per i prossimi mesi. In primis si intende creare una sovranità produttiva e di difesa del nostro sistema Paese. Sarà poi necessaria una revisione degli incentivi, per rendere competitive le filiere e sgravarle dalla burocrazia inutile a beneficio di tutti i settori. Senza dimenticare di alleggerire i costi sulla ricerca e ricordando che la competitività passa anche dalle infrastrutture, su cui si sta facendo un lavoro importante.

Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, ha ricordato il legame consolidato con la cosmetica italiana. Sottolineando l’importanza, per una fiera, di avere un respiro internazionale, per diffondere l’ingegno del made in Italy nel mondo. “Il vero obiettivo di una fiera è quello di mettersi a disposizione dei distretti industriali e quello cosmetico è tra le eccellenze italiane”.

Massimiliano Dona, presidente Unione Nazionale Consumatori, si è soffermato sull’importanza di dedicare attenzione alle esigenze dei consumatori e riservare tutto lo spazio necessario in etichetta per fornire tutte le informazioni su prodotto e packaging che oggi i clienti finali, soprattutto giovani, richiedono.

Il Capogruppo in Commissione Attività produttive Camera dei deputati, Luca Squeri, ha presentato l’indagine conoscitiva sul made in Italy, condotta per conoscere meglio le filiere, spiegando che il comparto cosmetico avrà la sua audizione il 7 marzo. “Innanzitutto stiamo cercando di disturbare il meno possibile le imprese. In secondo luogo intendiamo accompagnarle nell’impegno più urgente e importante verso innovazione e transazione ambientale”. Vi sarà uno sforzo per integrare al meglio tutti gli aspetti di questa transizione, che non deve concentrarsi – afferma l’onorevole – solo sulla dimensione ambientale, ma deve tenere in considerazione anche gli aspetti economici e sociali. “La politica deve aiutare nei fatti ed eliminare divari competitivi. Ad esempio, in Francia per un certificato di libera vendita per l’esportazione servono 48 ore, mentre in Italia 1 mese. Quando invece la politica ascolta le esigenze del Paese nascono le iniziative migliori”.