Settembre, un po’ nell’immaginario di tutti, è il mese della ripartenza.
Si rientra definitivamente al lavoro dopo le vacanze, riaprono le scuole, si tirano già le somme dei mesi trascorsi e si cominciano a progettare le strategie per il futuro. Impossibile, dunque, evitare qualche riflessione settembrina, rubando il titolo della canzone della Pfm (noto gruppo musicale).
Guardando indietro, mi viene da pensare che questi ultimi due o tre anni si meriterebbero dei volumi a parte nei libri di storia del futuro. Ogni certezza è stata scardinata.
Per ripeterne alcune, ricerca e sviluppo hanno fatto passi da gigante in medicina, ma non abbiamo saputo evitare (a caro prezzo) una pandemia mondiale che è riuscita a paralizzare l’intero Pianeta. Siamo nell’era del consumismo, ma i cosiddetti ‘overshoot day’ (data in cui risultano consumate, sempre più in anticipo, le risorse biologiche che la terra è in grado di rigenerare nell’arco di un anno) ci ricordano che non è possibile andare avanti così. Stiamo esplorando lo Spazio, ma abbiamo difficoltà con i trasporti ‘a casa nostra’.
Come se non bastasse, il 2022, che doveva dare il via a una strada finalmente in discesa, si è rivelato ancora più tosto. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, che rischia di divenire il conflitto mondiale del nuovo millennio e sul quale aleggiano le minacce del nucleare. E così via con i rincari, l’aumento dell’inflazione, la siccità, le bombe d’acqua. Ma settembre 2022 verrà anche ricordato per la scomparsa della Regina Elisabetta II d’Inghilterra. Dulcis in fundo, le elezioni politiche in Italia, che sembrano segnare un grande bisogno di cambiamento.
Negli ultimi mesi, durante le fiere e gli incontri con aziende e distribuzione, mi sono sentita spesso dire: “Da settembre si vedrà”; “Settembre potrebbe fare la differenza”; “Ho un po’ paura di quello che potrebbe succedere a settembre”. Bene. Settembre è ormai finito e la situazione generale è ancora incerta. I timori permangono, ma resta anche, per fortuna, la speranza. Insieme alla certezza che ‘non può piovere per sempre’.
In tutto questo clima un po’ uggioso, però, la cosmetica italiana brilla per performance e innovazione. Come dimostrano i dati aggiornati di Cosmetica Italia e come testimonia l’attiva partecipazione delle aziende agli eventi del comparto. Un atteggiamento positivo, incoraggiante, da prendere come esempio per affrontare qualsiasi sfida.
Nonostante i numerosi ostacoli, infatti, il comparto chiuderà l’anno con un fatturato previsto pari a oltre 13 miliardi di euro. Per una crescita stimata del +10,7% sul 2021 e del +8,3% sul 2019. Buone notizie anche per le proiezioni sul 2023, quando il giro d’affari potrebbe raggiungere i 14 miliardi di euro, con un aumento del 7,1%.
Aggiungo solo che, anche per noi di b2B beautyToBusiness, settembre segna un nuovo inizio. Quello di Lucilla Signori, nuova commerciale che con entusiasmo avvia il suo viaggio insieme a noi, prendendo il posto di Marina Sciacca che, insieme al direttore Angelo Frigerio, intendiamo ringraziare di cuore per la passione con cui ha seguito la nascita e l’evoluzione della rivista in questi anni.

Irene Galimberti

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