Milano – Continua a crescere la spesa online di prodotti di largo consumo in Italia, con un +37,5% nel 2021. E’ quanto emerge dagli ultimi dati presentati dall’Osservatorio Digital Fmcg di Netcomm in collaborazione con NielsenIQ, durante la seconda giornata di Netcomm Forum Industries. La Gdo nel canale fisico registra una crescita dello 0,4%, ma includendo il canale online il risultato arriva al +1%. Tra le tipologie di beni più venduti online in Italia, spiccano i prodotti premium. Nel canale fisico, secondo l’osservatorio, i prodotti con un prezzo medio superiore almeno del 50% rispetto al prezzo medio di categoria hanno una quota a valore del 23% sul totale, mentre nel canale e-commerce questa quota arriva al 34%.
Tra i prodotti di punta del segmento premium, si segnalano le ottime performance dei prodotti biologici, free-from e 100% italiani. Questi prodotti, infatti, registrano una quota molto più alta online rispetto a quella offline, come nel caso più eclatante del biologico, che quasi raddoppia la propria quota a valore (3,6% offline vs 6,7% online). Anche se le marche leader e follower continuano a mantenere la loro importanza, i piccoli brand incrementano la loro quota di circa 10 punti, passando da un 20% offline ad un 30% online. Inoltre, analizzando le vendite della distribuzione moderna, si evidenzia come i retailer stiano investendo molto sulla propria marca anche nel mondo digitale: la quota media delle private label passa dal 20,6% nell’offline al 24,5% nell’online.
“Appare sempre più evidente come l’eCommerce stia sviluppando una propria identità in termini di offerta: dai prodotti premium a quelli con caratteristiche distintive, dall’importanza crescente delle small brands al focus dei retailer sulle loro private label. Niente è ancora deciso: l’identità dell’e-commerce Fmcg in Italia è ancora in evoluzione ma ci sta già dando delle indicazioni chiare su alcuni degli elementi che ne caratterizzeranno il futuro. Come emerso dall’osservatorio di Netcomm in collaborazione con QBerg, gli shop online assomigliano, infatti, sempre di più a quelli fisici, con mix assortimentali simili e un aumento della profondità del catalogo online. Anche i prezzi tendono ad allinearsi all’offline, con il vantaggio che online i retailer possono ingaggiare i consumatori con offerte personalizzate. Tutti questi indicatori ci confermano che, grazie sicuramente anche alla potente spinta data all’online durante la pandemia, quello che era un mercato per molti versi ancora in fase sperimentale, stia invece rapidamente approdando a una fase di consolidamento delle sue caratteristiche chiave,” ha commentato Roberto Liscia, presidente di Netcomm.