Milano – La pandemia lascia i suoi strascichi nelle abitudini dei consumatori. Soprattutto per quel che riguarda i prodotti non alimentari. Che, nel 2020, hanno registrato un -9,5%, con un giro d’affari fermo a 94 miliardi di euro. Secondo l’Osservatorio Non Food 2021 di Gs1 Italy: “Oltre 6 consumatori su 10 si dicono preoccupati dalle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria”. Per questo motivo, nei prossimi mesi quasi il 20% degli intervistati è intenzionato a limitare le spese non alimentari, posticipando gli acquisti ritenuti superflui e cercando canali e punti vendita con più promozioni. In un caso su tre rinuncerà agli acquisti, rinviandoli al 2022. Il 37% non si dice preoccupato e ritiene che riprenderà ad acquistare prodotti Non Food secondo le solite abitudini. Solo il 15% aumenterà lo shopping, in particolare nell’area ‘fai da te’.
Nella scelta del punto vendita, oltre il 30% dichiara che porrà più attenzione, cercando negozi più sicuri per la propria salute oppure aumentando il ricorso a internet. Nel 2020, infatti, si è registrata nel Non Food la forte crescita delle forme di distribuzione alternativa. Il valore delle vendite a domicilio o per corrispondenza, e di quelle realizzate nei distributori automatici e nell’ecommerce è aumentato del 13,9% rispetto al 2019. Nell’ultimo quinquennio la distribuzione non tradizionale ha aumentato il suo peso del +29,7%, grazie soprattutto all’e-commerce, entrato a pieno titolo nella quotidianità dei consumatori e tra i canali più utilizzati per gli acquisti. Nei prodotti di profumeria l’anno scorso l’online ha toccato l’8% di quota e ha quasi raggiunto le grandi superfici alimentari, anche in termini di fatturato. Prosegue anche lo sviluppo della distribuzione automatica. Nel 2020 i prodotti più venduti sono stati quelli legati all’igiene personale (fazzolettini, gel igienizzante mani, spazzolini e rasoi) seguiti dagli accessori per la telefonia.