Roma – Lo scorso anno è stato avviato a riciclo il 73% dei pack immessi sul mercato. 3,3 punti percentuali in più rispetto al 2019. “Il tasso di riciclo più alto che il nostro Paese abbia conosciuto”, secondo Luca Ruini, presidente del Conai (Consorzio nazionale imballaggi). Sono state più di 9 milioni e mezzo le tonnellate di imballaggi riciclate. Su un totale di 13 milioni immesse al consumo (dato, quest’ultimo, in calo del 4% rispetto al 2019). Nel dettaglio, hanno trovato una seconda vita 371mila tonnellate di acciaio, 47mila e 400 di alluminio, 4 milioni e 48mila di carta, 1 milione e 873mila di legno, un milione e 76mila di plastica, 2 milioni e 143mila di vetro.
“Nel riciclo degli imballaggi l’Italia conferma la sua leadership traguardando in anticipo di quattro anni gli obiettivi comunitari”, commenta Laura D’Aprile, capo dipartimento transizione ecologica e investimenti verdi del ministero della Transizione ecologica. L’Italia ha infatti già raggiunto e superato di 8 punti percentuali gli obiettivi di riciclo di almeno il 65% degli imballaggi che l’Europa impone ai suoi Stati membri entro il 2025. Le percentuali di riciclo richieste sono state raggiunte da tutti i materiali tranne la plastica. Indietro di due punti percentuali (48,7%) rispetto al 50% richiesto dall’Ue. Per coprire i maggiori costi che i comuni sostengono nel ritirare i rifiuti in modo differenziato, nel 2020 Conai ha riconosciuto alle amministrazioni locali italiane 654 milioni di euro. 452 milioni sono invece stati destinati dal sistema al finanziamento di attività di trattamento, riciclo e recupero.