Le ispezioni dei Carabinieri nei supermercati fanno discutere. Il 18% dei punti vendita ha registrato irregolarità. Intervista esclusiva a Gianfranco Di Sario, comandante dei Nas di Parma.
di Angelo Frigerio
Una campagna di verifiche a tappeto presso i supermercati. Con l’obiettivo di accertare la corretta esecuzione delle operazioni di sanificazione anti-Covid. Protagonisti i Carabinieri del Nas (Nucleo anti sofisticazione), che hanno ispezionato 981 punti vendita, rilevando irregolarità presso 173 di essi, pari al 18%. Per 12 esercizi è scattata la sospensione immediata delle attività. “I supermercati presso i quali sono state evidenziate positività, appartenenti a diverse aziende della Grande distribuzione, sono stati individuati nelle città di Roma, Latina, Frosinone, Grosseto, Terni, Salerno e Catania nonché in altri esercizi nelle province di Parma, Perugia e Cagliari”, sottolinea la nota dei Nas. Sono anche stati sequestrati oltre 2mila kg di prodotti alimentari risultati non adatti al consumo. Per approfondire la vicenda, che ha avuto ampia risonanza mediatica e sta facendo discutere i retailer, abbiamo intervistato il Maggiore Gianfranco Di Sario, comandante dei Nas di Parma, con competenza sulle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Piacenza.
Com’è nato il progetto di ispezionare i punti vendita della distribuzione moderna?
È parte di un piano più ampio che comprende controlli in altri settori, come i mezzi pubblici. Anche in quel comparto abbiamo riscontrato criticità. L’analisi di queste settimane nei supermercati riprende il lavoro cominciato a marzo dello scorso anno.
Quali superfici avete analizzato?
Quelle più utilizzate dai clienti, come carrelli, cestini della spesa, bilance dell’ortofrutta e dei prodotti da forno, casse self e tastierino del Pos.
Quando sono state effettuate le verifiche?
Sempre all’apertura dei punti vendita, per poter verificare la corretta sanificazione in teoria effettuata alla chiusura. Per 12 supermercati è stata disposta la sospensione delle attività.
Alcuni protagonisti del settore pensano sia una sorta di ‘criminalizzazione’ dei supermercati, che hanno svolto una funzione fondamentale durante la pandemia.
Assolutamente no, le verifiche sono state fatte nell’ottica di migliorare la situazione. L’approccio è sempre stato collaborativo e non ‘repressivo’.
Ritornerete nei punti vendita?
Sicuramente, anche perché dove abbiamo impartito delle prescrizioni, c’è l’obbligo di verificare la corretta attuazione.
Esiste un elenco dei supermercati coinvolti?
Non sono stati diffusi elenchi proprio per evitare di assumere un atteggiamento repressivo in senso stretto.
Come sono stati selezionati i punti vendita?
Abbiamo ispezionato le principali catene della Grande distribuzione e diverse insegne discount.
Ci sono delle differenze tra Gd-Do e discount?
Direi di no, non abbiamo rilevato differenze tra i canali. Ci sono state non conformità sia presso i discount sia presso i principali nomi della distribuzione moderna.
Che messaggio vuole dare ai responsabili della distribuzione?
A loro chiederei di avere una maggiore attenzione. Ma è un messaggio da lanciare anche (anzi, soprattutto) ai clienti. Il dato emerso conferma la necessità di tenere alta la guardia e di procedere alla frequente sanificazione personale. Tra l’altro sottolineo ancora che i controlli sono stati fatti all’apertura: l’invito è a mantenere sanificati i carrelli nell’arco di tutto la giornata. E’ inevitabile che in caso di controlli verso sera, avremmo trovato un’altissima percentuale di positività.