La visita ai punti vendita della catena, fra scaffali vuoti e preoccupazione dei lavoratori.
di Eleonora Davi
Gli scaffali e le corsie sono semivuote. Niente rossetti, fondotinta, ombretti. Altri prodotti come bagnoschiuma, shampoo e in generale per l’igiene della persona sono quasi del tutto finiti. Niente trattamenti di bellezza, se non qualche maschera per il viso qui e là. Lo stesso vale per le creme corpo e gli scrub. Anche molti dei più ricercati articoli per la cura della casa come detergenti, disinfettanti, detersivi e ammorbidenti mancano all’appello.
Ma ciò che lascia più sorpresi è la sistemazione della poca merce rimasta: in fila, un prodotto di fianco all’altro, quasi a voler compensare il senso di vuoto di un supermercato che sta per scomparire.
No, non è lo scenario apocalittico di fine millennio. Non è la solita frenetica corsa agli approvvigionamenti a cui siamo stati abituati in questi mesi di pandemia. È l’immagine simbolo dell’incertezza per una situazione che non si sa come andrà a evolversi. Della preoccupazione dei dipendenti che non sanno quale destino ci sarà ad attenderli. Lo scenario dell’Interspar di Rovato (Bs) è lo stesso all’Eurospar di Coccaglio (Bs), all’Interspar di Chiari (Bs), al Despar di Cologne (Bs) e all’Alta Sfera di Modena.
“Lavoro qui da 20 anni, amo quello che faccio e nonostante tutto sono qui per trasmettere fino all’ultimo la mia passione”, commenta così un’addetta alle vendite dell’Interspar di Rovato. “In gioco c’è il futuro di 750 lavoratori e lavoratrici”, continua, “pensate che all’inizio eravamo in 1.500. Io sono madre di tre figlie, non posso permettermi di rimanere a casa. Ho già mandato in giro tantissimi curriculum, ma alla mia età è difficile trovare occupazione. Un po’ mi consola il fatto che mio marito lavora in un altro ambito, ma se penso ad alcuni miei colleghi, marito e moglie, che entrambi lavorano qui…”.
“A quanto ci risulta sarebbero in atto trattative per la vendita del Gruppo, ma non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni ufficiali dall’azienda. Però, anche se dovessero acquisirci non riassumeranno mai tutti. Almeno metà di noi si ritroverà senza un impiego. Questo è davvero incredibile”, racconta, invece, una cassiera dell’Eurospar di Coccaglio.
“Non abbiamo ricevuto tredicesima, quattordicesima e in tanti stiamo aspettando anche il pagamento degli arretrati. Pensate poi a chi ha un contratto part time e per di più è monoreddito in che difficoltà può trovarsi”, spiega un commesso dell’Interspar di Chiari.
Insomma, oltre a scaffali vuoti e corsie deserte una frase accomuna tutti: “Abbiamo bisogno di risposte alle domande che più volte sono state messe sul tavolo. Abbiamo il diritto di sapere”.