Washington (Usa) – Una giuria di Los Angeles ha ordinato a Johnson & Johnson di versare 966 milioni di dollari alla famiglia di Mae Moore, una donna californiana morta nel 2021 a 88 anni per mesotelioma, una rara forma di tumore associata all’esposizione all’amianto. Secondo l’accusa, i prodotti a base di talco per bambini della società contenevano fibre di amianto, ritenute responsabili della malattia.
Il verdetto prevede 16 milioni di dollari di risarcimento compensativo e 950 milioni di danni punitivi, anche se l’importo potrebbe essere ridotto in appello: la Corte Suprema statunitense limita solitamente i danni punitivi a un massimo di nove volte quelli compensativi. Johnson & Johnson ha annunciato che presenterà ricorso immediato, definendo la decisione “oltraggiosa e incostituzionale”. Il vicepresidente del contenzioso globale, Erik Haas, ha accusato i legali dei querelanti di aver basato il caso su “pseudoscienza”, ribadendo che i prodotti dell’azienda sono sicuri, privi di amianto e non cancerogeni.
È doveroso ricordare, però, che la multinazionale ha interrotto la vendita di talco per bambini negli Stati Uniti nel 2020, sostituendolo con una versione a base di amido di mais. Oggi J&J affronta oltre 67mila cause legate ai suoi prodotti al talco, in gran parte per presunti casi di tumore ovarico.
Nel 2018, l’azienda era già stata condannata a pagare 4,7 miliardi di dollari a 22 donne che avevano contratto il cancro alle ovaie. Nello stesso anno, un’inchiesta di Reuters aveva rivelato che la società era a conoscenza da decenni dei potenziali rischi cancerogeni dei suoi prodotti, accuse sempre respinte dall’azienda.
La sentenza di Los Angeles è tra le più pesanti mai emesse contro Johnson & Johnson.