Milano – Il settore cosmetico italiano chiuderà il 2025 con un fatturato stimato di 17,4 miliardi di euro, segnando una crescita del +5,1% rispetto al 2024. L’indagine congiunturale 2025, curata dal Centro Studi di Cosmetica Italia, è stata presentata nella cornice di Palazzo Giureconsulti in occasione della quarta edizione della Milano Beauty Week, l’iniziativa promossa da Cosmetica Italia, aderente a Federchimica, in collaborazione con Cosmoprof ed Esxence, nata per valorizzare il contributo sociale, scientifico ed economico dell’industria cosmetica.
La crescita del settore è sostenuta principalmente dall’export, previsto a 8,5 miliardi di euro (+7%), trainato dal boom verso l’area Mercosur (+40% nel primo semestre), anche se le tensioni commerciali e la svalutazione del dollaro dovuta al protezionismo Usa rappresentano fattori di incertezza. Sul fronte dei consumi interni, il mercato raggiunge 13,9 miliardi di euro (+3,7%), con performance positive dell’e-commerce (+9%), delle profumerie (+5,8%) e delle farmacie (+3,3%). La cosmetica si conferma un bene essenziale, con canali tradizionali e digitali solidi, sebbene i consumi siano frenati dall’alta propensione al risparmio delle famiglie italiane.
La filiera dimostra una buona resilienza grazie alla coesione e a nuove partnership, con molte imprese che hanno diversificato i fornitori privilegiando il reshoring in Europa e in Italia. Le motivazioni non sono solo economiche: qualità, innovazione e sostenibilità giocano un ruolo sempre più importante, mentre restano critici i rincari delle materie prime, come l’acido oleico (+110% rispetto al periodo pre-Covid) e il nitrato d’argento (+53% annuo). Lo scenario macroeconomico segnala una crescita mondiale moderata (+2,8% nel 2025), con la Cina in ripresa (+4%) e gli Usa in rallentamento (+1,8%), mentre per l’Italia il Pil è stimato a +0,4% nel 2025 e +0,8% nel 2026.
Nonostante le incertezze, il comparto cosmetico italiano mantiene un buon posizionamento competitivo, più dinamico rispetto al manifatturiero complessivo, confermando il suo ruolo strategico nel made in Italy e prospettando per il 2026 una crescita del fatturato del +6,1% e dell’export dell’8,5%.