Bruxelles (Belgio) – Il prezzo del bismuto, metallo utilizzato in cosmetica, nel settore medico e nella ricerca atomica, ha raggiunto il suo picco più alto dal 2008, a causa dell’intenzione della Cina di imporre limitazioni all’esportazione di questa materia prima. Si tratterebbe di una risposta alla nuova politica dei dazi voluta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Come riporta Reuters, il bismuto è tra i cinque metalli critici sui quali la Cina intenderebbe implementare il controllo dell’export; gli altri sono tungsteno, tellurio, molibdeno e indio.

Questa settimana, i prezzi del bismuto sono saliti tra 12 e 18 dollari per libbra sul mercato europeo, mentre in precedenza erano intorno ai sei dollari; a tale cifra erano arrivati l’ultima volta nel maggio 2008. Secondo l’Usgs (U.S. Geological Survey) è la Cina a essere il maggior fornitore di bismuto a livello globale, con una percentuale che supera l’80%; il resto è suddiviso tra Giappone, Corea del Sud e Laos. Ad ogni modo, si tratta di nazioni che, rispetto alla Cina, hanno sul proprio territorio una disponibilità limitata di questo metallo.