Meda (Mb) – L’Iap (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) avrebbe censurato lo spot pubblicitario di Nivea Q10. Come scrive Roberto La Pira in un articolo del Fatto Alimentare, infatti, i messaggi veicolati sui giornali, gli spot e i video sia sui social, sia sul sito dell’azienda sono stati considerati ingannevoli in base all’articolo 2 del Codice di autodisciplina pubblicitaria.
Lo spot incriminato si basa sul nesso tra lo zucchero e le rughe, che il siero Nivea Q10 per il viso dovrebbe limitare; nello specifico, il prodotto ha l’obiettivo di contrastare la glicazione del collagene. Sebbene a questo processo possono contribuire vari fattori, tra cui lo stile di vita, la genetica, la sedentarietà e l’invecchiamento, il brand di Beiersdorf avrebbe scelto di focalizzare l’attenzione sullo zucchero, che secondo l’azienda sarebbe parzialmente responsabile della formazione di rughe sul viso. Nivea avrebbe così sfruttato una comunicazione mirata a far aumentare il numero di potenziali acquirenti facendo leva sul fatto che il consumo di questo alimento sia diffuso, nella popolazione.
Le frasi utilizzate nella campagna pubblicitaria, tra cui “lo zucchero può causare le rughe”, “neutralizza l’effetto negativo degli zuccheri”, “sapevi che lo zucchero può causare le rughe?” sono state considerate ingannevoli e denigratorie dell’alimento, in quanto “la semplice affermazione secondo cui lo zucchero può provocare rughe appare idonea a far sorgere un bisogno di protezione che, in situazioni definibili come fisiologiche e in difetto di diete squilibrate, è da stimarsi assente o artificiosamente enfatizzato”, stabilisce la pronuncia del Giurì. Infatti, lo zucchero potrebbe causare la glicazione del collagene solo se assunto in quantità elevate.