Milano – 32,1 miliardi di euro. A tanto ammonta l’export italiano di macchinari ad alta intensità di Automazione, Creatività e Tecnologia (Act). Con un potenziale di crescita stimato in 8 miliardi. Lo evidenzia la seconda edizione di Ingenium, il rapporto del Centro Studi Confindustria realizzato con il sostegno di Federmacchine, presentato ieri mattina a Milano.
I mercati avanzati assorbono 21,6 mld di euro, mentre quelli emergenti 10,5 mld. Le Americhe registrano la crescita maggiore, con il Messico primo mercato di sbocco. Il potenziale aggiuntivo si distribuisce equamente tra paesi avanzati (4,6 miliardi) ed emergenti (3,3 miliardi). Negli avanzati, gli Usa guidano (+760 milioni), seguiti da Germania e Francia (+470 milioni ciascuno). Tra gli emergenti spiccano Cina (+760 milioni), India (+472 milioni) e Turchia (+364 milioni).
Realizzare il potenziale dell’export “richiede un aumento della produzione, trainato dagli investimenti”, sottolinea Bruno Bettelli presidente Federmacchine. La digitalizzazione, a tal proposito, riveste un ruolo cruciale, con un focus su IA in primis. In un contesto sempre più incerto è infine fondamentale utilizzare al meglio gli accordi di libero scambio già conclusi dalla Ue e finalizzarne altri, per ottenere ulteriore accesso preferenziale a mercati strategici. Barbara Cimmino, vice presidente per l’export e l’attrazione degli investimenti di Confindustria, aggiunge: “Il tempo di agire è ora: imprese e istituzioni devono lavorare insieme per tradurre il potenziale individuato in esportazioni effettive e consolidare il ruolo dell’Italia come leader globale”.