Ultima frontiera del social commerce, la piattaforma cinese deve fare i conti con la gestione dei diritti di proprietà intellettuale. E con l’ostilità da parte del governo statunitense…
Di Annalisa Pozzoli
In Italia non esiste ancora, ma si pensa che possa arrivarci presto, già a partire dal 2025. Il canale dedicato alle vendite di Tik Tok, denominato Tik Tok Shop, è già attivo in Asia e negli Stati Uniti, e pare che siano in corso d’opera alcuni test in Francia, Germania, Spagna – e ovviamente anche nel nostro Paese – dove alcuni venditori sono stati incoraggiati a provare la versione beta.
Ultimissima frontiera del social commerce, TikTok Shop ha il vantaggio di eliminare il passaggio aggiuntivo che serve a trasformare una fanbase in un parco di potenziali clienti, offrendo opzioni di acquisto direttamente sulla piattaforma. Ora, dal momento che il social network cinese sta diventando un punto di riferimento per scoprire i nuovi prodotti, soprattutto per i futuri consumatori delle Gen Z e Alpha, sono molti brand che possono trarre vantaggio dal comparire nelle ricerche, andando di fatto ad annullare qualsiasi tipo di intermediario.
Ma come avviene la vendita su Tik Tok Shop? Le modalità di azione sono principalmente tre: il live shopping, i video shoppable e le vetrine di prodotto. Il live shopping – che potrebbe essere paragonato alla cara vecchia televendita – è una trasmissione in diretta in cui si presentano i vari prodotti, con la possibilità di rispondere a eventuali domande in tempo reale e in cui i fan possono acquistare direttamente dall’app. Lo streaming live e le relative opportunità di acquisto sono ormai saldamente radicate in Asia, ma è ancora un formato relativamente nuovo negli Stati Uniti e nel resto del mondo. I video shoppable, invece, sono semplicemente dei contenuti con link cliccabili che consentono di effettuare l’acquisto senza uscire dal video. Infine, le vetrine prodotto sono ciò che di più simile Tik Tok offre rispetto all’e-commerce tradizionale: gli utenti si limitano a cliccare sull’icona relativa allo shopping per accedere alla lista di prodotti acquistabili.
La continua crescita di TikTok (che oggi può contare su circa 1,5 miliardi di utenti mensili) lo ha reso un palcoscenico importante per la promozione dei prodotti e per le campagne di marketing, ma allo stesso tempo lo ha anche fatto diventare un grosso bersaglio per le contraffazioni.
Di recente, Tik Tok Shop ha pubblicato il suo primo rapporto sui diritti di proprietà intellettuale, in cui evidenzia proprio questa problematica: nel giro di un anno (terminato lo scorso luglio) sono stati disattivati oltre 4.800 account di venditori, mentre sono stati eliminati 5 milioni di elenchi di prodotti. Per contrastare il problema, TikTok ha assunto 1.400 specialisti dei diritti di proprietà intellettuale negli Stati Uniti, in Europa e nel Sud-est asiatico. Il risultato è che, durante l’anno preso in considerazione dal rapporto, la piattaforma ha rimosso 800mila video e live streaming che violavano tali diritti. Ha inoltre elaborato 180mila richieste di rimozione tramite il suo Ip Protection Center e revocato in modo permanente 30mila autorizzazioni di vendita di creatori e influencer.
“Abbiamo creato un solido sistema per far rispettare e preservare il massimo livello di fiducia e sicurezza dei diritti di proprietà intellettuale”, afferma il rapporto di TikTok. “Ci impegniamo costantemente per andare oltre i requisiti delle leggi applicabili alla violazione della proprietà intellettuale, in particolare per quanto riguarda i beni contraffatti”.
Lanciato per la prima volta in Indonesia nel 2021, l’anno scorso Tik Tok Shop è stato bandito dal Governo, insieme ad altri social commerce, per proteggere le attività commerciali locali.
Nel 2023 lo Shop è invece approdato negli Stati Uniti, non senza grandi incertezze. Durante lo stesso periodo coperto dal rapporto, infatti, il Governo degli Stati Uniti ha minacciato di chiudere il servizio, un’azione che ha reso molti brand riluttanti a integrare TikTok Shop nelle loro strategie. E ora, con la recente elezione di Donald Trump, il futuro della piattaforma è ancora più nebuloso.
Già nel suo primo mandato il tycoon aveva osteggiato apertamente TikTok, per motivi di “sicurezza nazionale”. Ora, in campagna elettorale, per non inimicarsi milioni di americani, la promessa è stata quella di mantenere l’attività della piattaforma. Ma l’intervento dev’essere tempestivo: allo stato attuale della legge, se ByteDance (società madre di Tik Tok) non venderà l’app a una società statunitense entro il 19 gennaio 2025, scatterà il divieto negli Stati Uniti…