Milano – Mario Delpini, arcivescovo di Milano, è intervenuto lunedì 1° luglio in occasione di una cena organizzata dalla Compagnia delle Opere di Milano. Questi alcuni spunti dal suo intervento, rivolto ai 500 partecipanti all’evento, fra imprenditori e professionisti: “L’imprenditore deve essere fiero e umile. Fiero dell’impresa che ha costruito e del lavoro svolto, ma anche umile. Umile vuol dire che il buon senso mette in guardia dalle imprese temerarie, magari motivate da un desiderio di apparire o da una avidità di successo… Non solo, occorre essere lungimiranti e amici del presente, cioè di tenere insieme l’interpretazione del presente e la capacità di guardare al futuro. Un’altra caratteristica degli imprenditori è quella di essere protagonisti e insieme parte di una compagnia. Protagonisti vuol dire che uno deve prendersi le sue responsabilità, ma insieme. Nessuno deve essere solo, perché ciascuno deve trovare quella trama di alleanze, di amicizia e di incoraggiamento che sostengono anche dei momenti difficili. Che diventano non solo amicizia gratuita, ma anche concreta solidarietà, condivisione di pensieri, di esperienze, di consigli e risorse. Capaci di protagonismo e capaci di condivisione. Di più: l’imprenditore deve essere appassionato dell’ideale e scettico sulla retorica. L’ideale vuol dire che non ci sono soltanto i conti da far quadrare o la tecnologia da adorare come una sorta di ‘potenza salvifica’. Bisogna essere capaci di ideare qualcosa che dia le ragioni profonde per l’impegno, ma anche scettici sulla retorica. Ad esempio, il tema della sostenibilità. Sembra sia diventato una specie di distintivo retorico per dire che siamo in regola con l’ambiente, con la gestione, con la società. Occorre essere capaci di quella distanza critica che permette di distinguere tra la retorica e i propositi operativi che orientano al bene”.