Meda (Mb) – Stanno facendo discutere la parole di Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, in merito alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei supermercati dell’hinterland milanese (leggi qui). In molti, comprensibilmente, si chiedono e ci chiedono quale sia il contesto in cui sono state pronunciate e le frasi immediatamente precedenti e successive. Contestualizzare è sempre importante, quali che siano le affermazioni in questione; ed è ancora più fondamentale quando si tratta di dichiarazioni pesanti che coinvolgono un settore strategico come la distribuzione. Ebbene, siamo andati a scovare il video del convegno ‘Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale’, che si è svolto a Palazzo di Giustizia di Palermo il 24 maggio.
Queste le esatte parole pronunciate da Gratteri: “Ho iniziato nell’89 a fare questo tipo di indagini sulla droga, ero già in Venezuela e in Colomba. In Italia i puristi, i grandi magistrati, storcevano il naso: “Gratteri si occupa solo di droga…”. Anche un presidente di commissione antimafia, a Reggio Calabria, nelle serate d’estate, ridacchiando e non avendo il coraggio di fare il mio nome, disse che la droga non gli interessava. Ma anche procure importanti del Nord Italia hanno fatto una strategia dicendo che non erano importanti le indagini di droga, e in sette anni a Milano – queste sono statistiche alla mano – sono diminuiti del 70% i sequestri di droga, gli arresti per droga e le indagini per il 74 Dpr 309/90 [l’articolo prevede e punisce il delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ndr]. Tradotto in lingua italiana, cosa vuol dire? Che oggi noi abbiamo tutti i supermercati nella cintura milanese che sono in mano alla ‘ndrangheta della Jonica; tutti i locali pubblici, di divertimento, dove vanno calciatori, attori, del centro di Milano sono in mano alla ‘ndrangheta”.