Genova – Proseguono le indagini che hanno portato all’arresto del governatore della Liguria, Giovanni Toti. Tre le persone coinvolte c’è anche Francesco Moncada, ex consigliere di amministrazione di Esselunga e marito di Marina Caprotti, che si è dichiarato “innocente rispetto ai fatti” (leggi qui). Secondo l’accusa, il manager avrebbe finanziato il partito di Toti in cambio di agevolazioni sulle pratiche relative all’apertura dei supermercati di Genova, Rapallo e Savona.
Proprio ieri il Giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha respinto la richiesta di revoca della misura interdittiva, ovvero Moncada non può esercitare la sua attività imprenditoriale.
Così si legge nel provvedimento di rigetto citato da Quotidiano nazionale: “Permangono i gravi indizi di colpevolezza non essendo stati rappresentati elementi idonei a modificare il quadro di pericolosità sociale”. Inoltre, “permangono tuttora, concrete e attuali, le esigenze connesse al pericolo che una ripresa dei rapporti con le persone coinvolte nell’attività corruttiva possa agevolare la ripetizione dei reati della stessa specie”. In merito alle dimissioni, il Gip scrive che “non offrono idonea garanzia che il predetto si astenga dalla commissione di analoghi reati, tenuto conto della possibilità che Moncada – giovandosi del legame familiare con la legale rappresentante della Esselunga – ben potrebbe nuovamente acquisire altri incarichi dentro la società”.