Meda (Mb) – In una indagine in cui c’è di tutto (casinò, nel senso di Montecarlo, yacht, mazzette, servizi extra, massaggi, borse Chanel e bracciali Cartier) compare anche un’accusa di corruzione per Francesco Moncada, marito di Marina Caprotti e consigliere di amministrazione di Esselunga (leggi qui). Negli atti si parla di: “Un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del 12 giugno 2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona”.
Alcune osservazioni sull’intera vicenda. La prima riguarda le tempistiche degli arresti. Perché, dopo circa quattro anni di inchieste, viene portato tutto alla luce del sole, a pochi giorni dalle elezioni europee? Altra questione: come si giustificano le misure cautelari e gli arresti? Toti, Moncada e gli altri, a distanza di anni dalle vicende che li coinvolgono, non avrebbero potuto fuggire o inquinare le prove. Perché allora gli arresti spettacolari e la gogna mediatica? E ancora, le dazioni contestate sono esigue. Stiamo parlando della pubblicità su un tabellone… Non solo: le somme contestate a Toti sono contributi politico-elettorali regolarmente registrati. E allora?
Parliamoci chiaro: ci sono sempre state zone d’ombra nell’assegnazione di terreni e concessioni edilizie per la costruzione di supermercati. Lo abbiamo visto, e scritto, anche in passato. Caprotti senior ci ha fatto anche un libro. Nulla di nuovo sotto il sole, se fosse vero. Attendiamo dunque la chiusura delle indagini e l’eventuale processo. Siamo sempre stati garantisti. Per cui Moncada e C. sono innocenti fino al giudizio di terzo grado. Lo stabilisce la Costituzione. E noi l’abbiamo sempre difesa. Oggi più che mai.