Milano – Le insegne della Gdo si muovono contro il caro energia e l’inflazione. A fare il punto della situazione è Italia Oggi, che raccoglie in una serie di interviste i punti di vista di alcuni manager e Ad del settore.
“Va premesso che il 65% dei costi di un’insegna è generata dalla catena del freddo, poi viene il restante 35% spinto dalle spese per l’aria condizionata, oltre che per l’illuminazione e per altro”, sottolinea Giorgio Santambrogio, Ad del gruppo Végé e vicepresidente di Federdistribuzione. Tuttavia, spiega che il primo aspetto a finire sotto esame è l’overservice, ovvero la tendenza a offrire sempre più servizi per surclassare la concorrenza. Ne è un esempio, la spinta a garantire consegne sempre più veloci o esporre una gamma di prodotti sempre più diversificata, che però costa caro in termini di energia: produrre 12 generi di pane, evidenzia, ha un costo maggiore che proporne 4-5 tipi, ma la misura va spiegata al consumatore, perché capisca che l’offerta si riduce ma diventa più sostenibile.
Sulla questione concorda anche Francesco Pugliese, Ad di Conad, che tuttavia ritiene possa essere più efficiente una decisione legislativa del governo sul disaccoppiamento del costo di gas ed elettricità, sugli extraprofitti dei fornitori di energia e sulla difesa della manifattura nazionale. “Anche noi abbiamo predisposto fin dalla fine del 2021 un piano contro l’aumento dei costi, ma siamo consci che le singole iniziative non possono essere risolutive. Comunque, ci sono alcune strade che un’insegna può percorrere”. Tra queste, Pugliese cita le alleanze con imprese di altri comparti, per negoziare nuove tariffe ed essere supportati nel dotare gli store, ad esempio, di pannelli solari. Ma anche la multicanalità e la differenziazione dei formati fisici di vendita. A tal proposito, la catena inaugurerà nel primo trimestre 2023 la sua nuova insegna di prossimità TuDay.
Anche Coop si è attivata per affrontare la situazione attuale. Presentando, nel mese di settembre, un piano – ora approvato dal Cda secondo Albino Russo, direttore generale di Ancc – che tra i suoi snodi avrebbe la variazione degli orari di apertura dei negozi.
Maniele Tasca, general manager di Selex, ricorda inoltre come i margini della Gdo si stiano assottigliando progressivamente nel cercare di tutelare il cliente finale. “Per noi l’obiettivo primario è riuscire almeno a stabilizzare i prezzi sostenuti per l’approvvigionamento energetico. Detto questo, i piani di sviluppo vengono rivisti lo stesso: per tutti, aprire negozi ma anche ristrutturarli costa di più”, sottolinea Tasca, il cui gruppo punta ora a 60 inaugurazioni di store e investimenti per 350 milioni di euro.