Milano – Il mercato dei cosmetici halal, un tempo considerato di nicchia, è oggi un fenomeno globale destinato a superare i 117 miliardi di dollari entro il 2028 (fonte: Salaam Gateway). Il segmento intercetta sempre più le nuove generazioni di consumatori, sensibili alla coerenza e ai valori etici dei prodotti che scelgono.

Per ‘cosmetici halal’ si intendono prodotti conformi alla legge islamica, ossia privi di alcol, derivati del maiale o altri sottoprodotti animali, e realizzati nel rispetto di rigorosi standard etici e igienici. Il tema è sempre più attuale, poiché molti cosmetici tradizionali contengono ingredienti considerati ‘haram’, come collagene di maiale, lanolina alcolica o carminio. Tra le innovazioni più significative spicca lo smalto certificato halal, formulato per essere permeabile all’acqua — una caratteristica importante per le donne musulmane che praticano l’abluzione (wudu) prima della preghiera.

La certificazione halal aggiunge un ulteriore livello di fiducia: ogni prodotto viene verificato da enti riconosciuti come Jakim (Malesia), Lppom-Mui (Indonesia), Ifanca (Usa) o Halal Certification Europe (Uk), che ne garantiscono la piena conformità agli standard islamici.