Milano – Luci e ombre per l’industria italiana dell’imballaggio. Nel 2024, la produzione nazionale ha raggiunto 17,26 milioni di tonnellate, in crescita dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il fatturato complessivo del comparto si è attestato a 37,96 miliardi di euro, segnando un calo del -1,2%. Questi i dati raccolti dall’Istituto Italiano Imballaggio nella nuova edizione di ‘Imballaggio in Cifre 2025’.
“Un disallineamento che fotografa un contesto di compressione dei prezzi, determinata da due fattori principali: da un lato la riduzione dei costi delle materie prime, che ha spinto verso il basso i listini; e dall’altro la crescente pressione competitiva, che ha imposto ribassi a fronte di una domanda comunque solida”, sottolinea l’Istituto Italiano Imballaggio.
Il packaging si conferma un comparto chiave in Italia, con un’incidenza del 3,3% sul fatturato manifatturiero e dell’1,7% sul Pil. Gli addetti stimati sono oltre 110mila, con 7.156 aziende operative lungo la filiera. I settori più dinamici si confermano l’e-commerce, la cosmetica e l’alimentare, che mantengono volumi costanti anche in contesti economici moderati.
Il commercio estero, stando a quanto riporta il report, resta il punto debole. Nel 2024 le importazioni hanno raggiunto 2,89 milioni di tonnellate (+3,4%), superando le esportazioni ferme a 2,72 milioni di tonnellate (+1,8%). Il saldo commerciale si è quindi attestato a -171.100 tonnellate, segnando un +37% sul 2023. “Una dinamica che riflette la progressiva delocalizzazione produttiva delle multinazionali del packaging verso aree a costi più competitivi”, commenta l’Istituto Italiano Imballaggio. Che per l’anno in corso prevede una crescita moderata ma costante della produzione, con un ulteriore aumento pari al +1%, con un tasso medio annuo previsto dell’1,2% fino al 2028.