La fiera dedicata al Life Science chiude oggi: quattro giorni di innovazione e confronto internazionale sulle tecnologie più innovative. Con un focus su biotech, digitalizzazione e sostenibilità.
Di Alice Giannetta
Dove si costruisce davvero il futuro dell’industria chimica, farmaceutica e cosmeceutica? Nei laboratori o nelle fiere? Chi ha partecipato a Pharmintech 2025 potrebbe rispondere: in entrambi. Perché è proprio tra gli stand, le tavole rotonde e gli incontri b2b del Padiglione 2 di Fiera Milano che, dal 27 maggio fino ad oggi, 30 maggio, si è disegnata una traiettoria innovativa per il futuro del Life Science. Quattro giorni di innovazione applicata, in cui ci siamo confrontati con espositori e professionisti che mettono in prima linea le richieste dei clienti. Sempre più attenti a sostenibilità, digitalizzazione, nuovi materiali e biotecnologie. Ma, soprattutto, si è fatto networking con chi oggi guida, e guiderà domani, i cambiamenti più profondi della filiera.
Pharmintech ha confermato di essere molto più di un evento fieristico, ma un luogo dove il settore si riconosce, si orienta e, soprattutto, si prepara al passo successivo. Si è svolto in concomitanza con Ipack Ima, evento dedicato alle tecnologie di confezionamento, con cui condivide non solo spazi e visitatori, ma anche una visione strategica di filiera integrata. Come ha sottolineato Valerio Soli, presidente di Ipack Ima, “Pharmintech si apre in un contesto ideale dove nascono nuove idee e sinergie, e dove tecnologie che faranno la differenza incontrano le esigenze delle grandi case farmaceutiche”. Il Ceo di BolognaFiere, Antonio Bruzzone, ha evidenziato come la manifestazione si confermi un progetto chiave nella promozione del Made in Italy tecnologico applicato al settore della salute.
La fiera ha proposto un’offerta altamente specializzata, con oltre 300 aziende presenti, di cui il 35% provenienti da 24 Paesi, e un programma di incontri con più di 400 buyer internazionali selezionati da 63 Paesi, tra cui Arabia Saudita, Stati Uniti, India, Brasile, Cina, Giappone e tutta l’area euro-mediterranea, grazie anche al supporto dell’Italian Trade Agency (Ita). Organizzato da Ipack Ima, in collaborazione con BolognaFiere, l’evento ha dato risalto all’intera catena industriale dei settori sopra citati: dalle soluzioni per il processing e il packaging alle camere bianche, passando per la componentistica, i materiali, i sistemi digitali per il controllo qualità, l’automazione avanzata e le tecnologie per la serializzazione, tracciabilità, anticontraffazione e blockchain. Presenti anche software di gestione, soluzioni per il lab-testing e servizi di certificazione e consulenza.
Oltre a questo, Pharmintech ha rappresentato per molti operatori un’occasione concreta per aggiornarsi, confrontarsi e stringere nuove partnership. In un ambiente orientato all’efficienza, alla sostenibilità e all’integrazione digitale, in linea con le evoluzioni richieste dai mercati globali. Elemento distintivo dell’edizione 2025 è stato il programma convegnistico curato da Afi, Associazione Farmaceutici Industria, sotto la direzione scientifica del dottor Alberto Bartolini. I contenuti si sono articolati attorno a tre temi chiave per la trasformazione della filiera: biotech, nuove tecnologie digitali e sostenibilità. Arrivando alla sintesi finale, dal nostro punto di vista, la fiera si conferma un’occasione utile e concreta soprattutto per chi lavora nel mondo della farmaceutica.
Non è invece uno degli eventi più importanti per chi lavora nel mondo della cosmetica: come suggerisce anche il nome stesso della fiera, gli espositori presenti erano certamente più focalizzati su tecnologie dedicate alla supply chain dell’industria farmaceutica. È anche vero, però, che, per chi come noi, di mestiere, attinge dalla realtà circostante il proprio pane quotidiano, resta comunque una manifestazione importante per scoprire le ultime novità del mercato. Anche perché, in fin dei conti, la farmaceutica e la cosmetica sono unite da uno scopo condiviso: la salute e il benessere della persona.