Nuovo stop della giustizia americana alla richiesta, da parte della multinazionale, di risolvere le cause pendenti con una maxi proposta economica. Il punto sulla vicenda.
Di Alice Giannetta
Un’altra battuta d’arresto per Johnson & Johnson. Il colosso farmaceutico ha incassato un nuovo no da parte della giustizia americana nella battaglia legale che la oppone da anni a decine di migliaia di consumatori. Il tentativo di chiudere la questione con un maxi-accordo da 10 miliardi di dollari è stato respinto da un tribunale statunitense. Nei giorni scorsi, un giudice fallimentare ha bocciato per la terza volta la strategia di Johnson & Johnson di gestire le richieste di risarcimento per i presunti danni causati dal suo borotalco attraverso il fallimento di una società controllata, creata ad hoc per la questione.
L’accordo da 10 miliardi di dollari mirava a chiudere decine di migliaia di cause legali intentate contro l’azienda, ma non ha ottenuto il via libera del tribunale. Secondo il giudice, la proposta non ha ricevuto un sostegno sufficiente da parte delle donne coinvolte nelle cause e ha cercato di estendere indebite protezioni legali anche a soggetti terzi non coinvolti direttamente, come rivenditori e la società Kenvue, scorporata da J&J nel 2023. Ma facciamo un passo indietro. Tutta la vicenda nasce dall’accusa, da parte di decine di migliaia di persone, che il borotalco Johnson & Johnson contenesse tracce di amianto e potesse causare tumori, in particolare il cancro alle ovaie e il mesotelioma. Tra i casi più noti, quello del 2020, quando un tribunale del Missouri ha condannato l’azienda a pagare 2,1 miliardi di dollari a 22 donne che sostenevano di aver sviluppato un tumore ovarico dopo l’uso del talco. Johnson & Johnson aveva poi fatto ricorso contro questa decisione, ma la Corte Suprema americana lo aveva respinto a giugno del 2021.
Le contestazioni, però, non si sono fermate, e le pressioni legali e reputazionali sono cresciute. Così, nell’agosto 2022, Johnson & Johnson ha annunciato che avrebbe cessato definitivamente (entro il 2023) la produzione e la vendita del borotalco in tutto il mondo. In sua sostituzione, l’azienda ha lanciato una nuova formulazione a base di amido di mais, già disponibile in diversi mercati. Pur ribadendo la sicurezza del prodotto contestato, J&J ha motivato la transizione con la volontà di “semplificare l’offerta e posizionarsi meglio per la crescita di lungo termine”. E ora arriviamo all’ultimo step della vicenda, ovvero il nuovo accordo da 10 miliardi di dollari proposto da J&J per risolvere le cause pendenti, respinto, come già spiegato.
Nonostante il fallimento del piano da 10 miliardi, in un comunicato ufficiale, la società ha dichiarato che non farà appello, ma anche che non ha intenzione di patteggiare le richieste di risarcimento. Dall’altra parte, gli avvocati dei querelanti pensano che la strategia fallimentare della multinazionale fosse “una manovra in malafede per evitare la piena responsabilità”. E annunciano battaglia in aula. La guerra legale più delicata nella storia di Johnson & Johnson, insomma, è tutt’altro che conclusa.