Genova – Volge quasi al termine l’inchiesta giudiziaria che ha travolto la Regione Liguria, con al centro le accuse di corruzione e l’arresto dell’ex presidente Giovanni Toti (leggi qui). Anche gli ultimi quattro indagati hanno infatti deciso di patteggiare, evitando così il processo. Francesco Moncada (consigliere di amministrazione di Esselunga), Mauro Vianello (ex presidente di Ente Bacini), l’imprenditore Luigi Alberto Amico e l’editore televisivo di Primocanale, Maurizio Rossi, hanno trovato un accordo con la Procura di Genova.

Per Vianello, la pena concordata è di un anno e quattro mesi, oltre alla restituzione di 20mila euro allo Stato. Moncada si accorda per trasformare la pena di un anno in una sanzione pecuniaria da 200mila euro in base alla legge Cartabia (leggi qui). A questa somma si aggiungono 50mila euro versati alla Regione come risarcimento per danno d’immagine e altri 10mila legati agli spazi pubblicitari su Primocanale. Amico, invece, patteggia un anno e due mesi, restituendo 90mila euro allo Stato e altri 100mila euro alla Regione. Per Vianello e Amico la pena sarà sospesa con la condizionale, non per Moncada, che opta per il pagamento. Diversa la posizione di Maurizio Rossi, l’unico a non rispondere di corruzione, ma di finanziamento illecito, che accede alla messa alla prova con l’impegno di svolgere lavori socialmente utili e di donare 20mila euro in beneficenza, probabilmente a una Onlus o all’ospedale Gaslini.

Con questi ultimi sviluppi, salgono a sette i patteggiamenti legati al caso. Infatti, nei mesi scorsi anche Toti (2 anni e 1 mese convertiti in 1.620 ore di lavori socialmente utili), Paolo Emilio Signorini (3 anni, 5 mesi e 28 giorni) e Aldo Spinelli (3 anni e 3 mesi, ma con ricorso pendente in Cassazione) avevano scelto la via dell’accordo con la Procura. Signorini è stato l’unico a finire in carcere, mentre Toti e Spinelli si trovavano ai domiciliariIl bilancio complessivo, tra risarcimenti e restituzioni, supera 1 milione e 300mila euro.

L’unico ancora in attesa di sviluppi è Matteo Cozzani, ex capo di gabinetto di Toti, coinvolto in due procedimenti separati. A Genova è accusato di voto di scambio aggravato dal presunto coinvolgimento con ambienti mafiosi, mentre a La Spezia deve rispondere di corruzione.