Come cambia il comparto non alimentare e quali sono i segmenti commerciali più forti. L’analisi dello studio a cura di McKinsey & Company in collaborazione con Eurocommerce.
Di Alice Giannetta
Il retail europeo non alimentare sta attraversando un periodo di significativa trasformazione. Il recente studio ‘State of Retail Europe: Transition and transformation in nongrocery retail’, di McKinsey & Company (società internazionale di consulenza manageriale) in collaborazione con Eurocommerce – basato su interviste a oltre 15mila consumatori in sei diversi Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Polonia, Spagna e Regno Unito) e a circa 40 tra dirigenti e Ceo del settore – ha gettato luce sui numerosi cambiamenti e sulle sfide che il settore sta affrontando.
L’obiettivo è duplice: comprendere meglio l’attuale panorama del retail e fornire agli operatori del settore gli strumenti per affrontare l’incertezza e cogliere le opportunità emergenti. Ma procediamo con ordine. Negli ultimi quattro anni, il settore non alimentare ha dovuto gestire un ambiente macroeconomico incerto con interruzioni significative nelle catene di approvvigionamento, oltre a dover rispondere a cambiamenti nelle abitudini di spesa dei consumatori. Sebbene i tassi di crescita si siano stabilizzati leggermente al di sotto dei livelli pre-pandemia, si registrano differenze marcate nella ripresa tra le varie categorie di prodotti e i diversi Paesi. Per esempio, il segmento dedicato alla cura degli animali domestici ha superato i livelli di crescita del 2019, e si prevede che la bellezza e la cura personale vedranno un incremento annuale fino al 2% nei prossimi anni.
La prospettiva è cauta ma ottimista. La maggior parte dei Ceo prevede una stabilizzazione del mercato entro il 2025, con oltre il 75% che si aspetta condizioni invariate o migliorate. Il focus attuale è rivolto alla gestione della pressione sui margini e al downtrading dei consumatori, spinti dall’aumento dei costi e dalla crescente sensibilità ai prezzi. In risposta, le aziende stanno rendendo prioritari gli investimenti in esperienze omnichannel per soddisfare le aspettative in evoluzione dei consumatori e per espandere l’offerta di prodotti a marchio proprio. Proprio in merito a questo, la trasformazione digitale è al centro della strategia di molti retailer. Oltre il 70% dei Ceo ritiene che, entro il 2030, una solida esperienza di acquisto omnichannel sarà decisiva per il successo.
Durante la pandemia, la penetrazione dell’e-commerce è cresciuta rapidamente, e, nonostante una leggera contrazione nel periodo successivo, il 2023 ha visto una ripresa con un aumento del 3,3% nel tasso di crescita complessivo del canale online. Questo sottolinea una tendenza verso un modello di acquisto più flessibile e integrato, che combina le convenienze dell’online con quelle del negozio fisico. Nel settore del beauty and personal care, i dati mostrano prospettive di crescita relativamente positive. Questa categoria, come evidenzia il report, prevede una crescita annuale fino al 2% nei prossimi anni, segnalando una resilienza e un’attrattiva superiore rispetto ad altre categorie. L’analisi relativa alla crescita reale e prevista per la categoria mostra un incremento dell’1,7% per il periodo 2019-2023, a conferma di un interesse costante per i prodotti di bellezza e cura personale.
Un altro dato evidenzia che il 44% dei consumatori pone attenzione sull’esperienza di acquisto sia online che in negozio. In generale, comunque, il sentiment dei consumatori sta migliorando, con un nuovo ottimismo particolarmente evidente in Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. Questa evidenza si riflette nelle abitudini di spesa, con il 74% dei consumatori che dichiara di mantenere o aumentare le proprie spese discrezionali. Nonostante questo, il cambiamento climatico e la sostenibilità rimangono preoccupazioni centrali, con il 30% degli intervistati che identificano questi temi come priorità, subito dopo l’inflazione e l’aumento dei prezzi.