Roma – Sta facendo discutere la proposta di legge del deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine, presentata alla Camera dal capogruppo Galeazzo Bignami. A tema la chiusura di negozi ed esercizi commerciali almeno per sei giorni festivi all’anno: Natale, Santo Stefano, Capodanno, Pasqua, Primo maggio, Ferragosto.

Spiega Giovine al Corriere: “Riteniamo che sia un provvedimento nè di destra nè di sinistra, ma semplicemente di buon senso. La ratio del provvedimento è di incidere soprattutto sulla qualità della vita dei lavoratori, migliaia di impiegati che hanno tutto il diritto di poter trascorrere queste giornate di festa con le loro famiglie”. Nella proposta, che riguarda tutti gli esercizi commerciali, ci sono alcune eccezioni: bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, negozi dentro le stazioni, aeroporti e aree di servizio. “I centri commerciali”, prosegue Giovine, “possono decidere di rimanere aperti per gli esercizi pubblici. Ma per gli altri negozi rimangono tutti i divieti”. Per i trasgressori sono previste multe fino a 12mila euro e, in caso di recidiva, anche la chiusura dell’esercizio da uno a dieci giorni.

Secondo Carlo Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, si può discutere della norma, tenendo sempre ben presente che la legge “rischia di spostare il commercio e la ricchezza online“. Decisamente contrario, invce, è Mario Resca, presidente di Confimprese. “E’ una proposta totalmente anacronistica. Il ritorno alle chiusure dei negozi sarebbe un danno enorme. Rischiamo di perdere fatturati e posti di lavoro, con ricadute sull’intera filiera, e di non tutelare i consumatori, negando loro un servizio”.