Altroconsumo torna a inviare segnalazioni alle autorità preposte e al colosso e-commerce cinese, chiedendo interventi urgenti a tutela dei consumatori. A un anno dalla prima indagine, la storia si ripete.

Di Elisa Rota

Nel 2023, Temu è già stata al centro di varie segnalazioni, da parte di Altroconsumo, alle autorità, a causa di prodotti senza la lista completa degli ingredienti (Inci) obbligatoria in Ue su tutti i cosmetici. L’organizzazione a tutela dei consumatori è tornata, il 23 luglio, a verificare i pericoli degli acquisti sullo shop online cinese, popolare grazie ai prezzi stracciati della propria offerta. E, nonostante Temu abbia comunicato di aver eliminato i prodotti a rischio dal proprio sito web, dei 25 articoli acquistati da Altroconsumo per svolgere un nuovo controllo, la maggior parte non risulta (ancora) conforme alle normative nazionali e Ue.

Una problematica comune a tutti, per cominciare, è l’assenza dell’etichettatura ambientale sul corretto smaltimento degli imballaggi, obbligatoria in Italia. Riguardo al contenuto delle confezioni, sembra invece che alcune delle indicazioni date lo scorso anno siano state recepite, data la riduzione dell’assortimento di cosmetici, ma, di nuovo, tanti sono privi dell’Inci e di etichette complete. Numerosi, poi, i casi in cui il prodotto non è identificabile o non risulta possibile risalire al produttore.

Ad esempio, in una confezione di 30 maschere in bambù compresso sono state riscontrate diverse carenze: l’assenza dell’elenco degli ingredienti, della data di scadenza o del Pao (Period after opening), che indica la durata del prodotto dopo la sua apertura. L’aspetto simile a caramelle alla liquerizia e l’imballaggio che ricorda quello degli alimenti, oltretutto, le rendono un potenziale pericolo per i più piccoli, che potrebbero ingerirle erroneamente. Mancata conformità, quindi, alla normativa nazionale in tema di similalimenti (direttiva 87/357/Cee), ma le cose peggiorano se si guardano le istruzioni d’uso: queste sono scritte, infatti, soltanto in cinese. È simile il caso di un gel glitter, che in realtà le istruzioni d’uso non le riporta per nulla, mentre i rischi di soffocamento del sacchetto che li contiene sono indicati solo in inglese. Così anche per la penna per la decorazione delle unghie ‘Nail art pen’ e la confezione di 12 matite per sopracciglia, entrambe non conformi al regolamento Ce 1223/2009 sui cosmetici, perché sprovviste dell’elenco degli ingredienti.

A proposito di Inci, l’indicazione non corretta è stata riscontrata anche per le salviette per l’igiene orale ‘Deep cleaning teeth wipe’. Considerato che si tratta di prodotti che entrano in contatto diretto con le mucose orali, la mancanza di informazioni riguardo al prodotto e cosa contiene è ancora più allarmante e ne aumenta, di fatto, il grado di pericolosità. Proseguendo nell’elenco di prodotti esaminati, una cipria acquistata, che sembra invece riportare la lista degli ingredienti corretta, non supera il controllo a causa del claim: pur definendosi ‘oil free’, contiene olio minerale.

Nemmeno i dispositivi per la cura della persona sono esenti da problematiche. Le criticità maggiori sono state riscontrate da Altroconsumo su un kit per extension ciglia, con applicatore e scovolino per mascara, senza alcuna marcatura di conformità. Nessuna traccia nemmeno di istruzioni d’uso, oltre che del nome del prodotto. Questa informazione basilare è sconosciuta anche nel caso di una confezione con quattro rotoli di nastro invisibile per il trucco, che non riporta nemmeno un disegno che ne indichi l’utilizzo. Un ‘eyelash curler’, invece, presenta la marcatura Ce e quella per i Raee (rifiuti da apparecchiuature elettriche ed elettroniche), ma la mini-piastra elettrica per curvare le ciglia finte non sembra funzionare in modo corretto, in quanto si scalda eccessivamente, rendendo facile scottarsi. Istruzioni e precauzioni d’uso sono, questa volta, multilingue, ma risultano decisamente scarne.

Sono troppi, insomma, i prodotti che possono rappresentare un rischio per adulti e bambini perché non conformi alle normative Ue, e troppi i tipi di difformità, che sono spesso presenti in concomitanza. E mentre chiede interventi urgenti a tutela dei consumatori, Altroconsumo continua a monitorare la situazione.