Milano – Uno studio dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano ha analizzato l’impatto del Pos (Point of sales) sul fatturato degli esercenti con un giro d’affari fino a 400mila euro. Nel 2023, la percentuale, complessivamente, è dell’1-1,3%, escludendo i costi di acquisto/noleggio ed esercizio dei dispositivi, oltre a quelli di attivazione e installazione, su cui scarseggiano le informazioni. Il Corriere della Sera ha riportato i dati raccolti, da cui emerge anche che, in Italia, l’anno scorso sono stati effettuati 5,9 milioni di pagamenti con le carte di debito, 2,3 milioni con le carte prepagate e 1,6 milioni con le carte di credito, per un volume totale di pagamenti digitali pari a 444 miliardi di euro.
Nel dettaglio, in uno scenario standard (90% delle transazioni), dove vengono impiegate soprattutto carte individuali nazionali ed europee, agli esercenti con scontrino medio di cinque euro il Pos è costato in media 1.053 euro durante i periodi di offerta, e 1.410 euro applicando le condizioni ordinarie; a seconda dell’operatore, le cifre viaggiano dai 293 ai 3.347 euro nei periodi di offerta e dai 703 ai 4.804 a regime ordinario. Per gli esercenti con scontrino medio di 25 euro le cifre medie sono di 1.138 euro (periodo offerta) e di 1.269 (periodo ordinario). Le cifre minime pagate 744 euro (periodo offerta) e di 841 euro (periodo ordinario), mentre le cifre massime sono di 2.214 euro (periodo offerta); non si hanno dati per le cifre massime pagate a regime ordinario. Gli esercenti con scontrino medio di 100 euro, infine, pagano in media 1.272 euro e 1.291 euro, rispettivamente nei periodi di offerta e nei periodi ordinari. Le cifra minima pagata è di 841 euro (sia durante che fuori dalle offerte), mentre la cifra massima pagata (durante i periodi di offerta) è di 2.407 euro.