La K-Beauty mania sta ridisegnando il concetto mondiale di bellezza. Le parole d’ordine sono: ingredienti naturali, rispetto per l’ambiente e tecnologia avanzata. Tutti fattori che valorizzano al massimo la pelle. Ecco i trend che guideranno il 2024. E non solo…
di Alice Giannetta
Nell’immaginario collettivo, quando pensiamo al volto di una persona di origine asiatica, vediamo pelli liscissime, la totale mancanza di rughe o brufoli e una perfezione che, quasi, ricorda quella delle bambole. Ma è tutto merito della genetica, o il trucco sta nella giusta skincare? Molti credono sia la seconda, motivo per cui la korean beauty è, di fatto, esplosa. Negli ultimi anni, il fenomeno globale della K-beauty ha preso d’assalto il settore della cosmesi e della skincare, riscrivendo le regole della bellezza e ispirando milioni di persone a reinventare le proprie routine quotidiane. Questa tendenza, che si è trasformata in una vera e propria mania, segna un prima e un dopo nel modo in cui concepiamo i prodotti di bellezza. La sua diffusione a macchia d’olio, da Seoul a New York, da Milano a Tokyo, testimonia non solo l’efficacia dei suoi prodotti ma anche la profondità di una filosofia che mette al centro il benessere e la salute della pelle. E non si tratta semplicemente un trend: è una rivoluzione che pone le sue basi sul giusto mix tra innovazione, tecnologia e tradizione.
Ma come ha avuto inizio tutto ciò? La K-beauty trae le sue origini dalla cura della persona, una tradizione millenaria che oggi guida, di fatto, le tendenze globali della cosmetica. Il segreto del suo successo risiede nell’abilità di reinventare, rimanendo fedele alle proprie radici. Ingredienti naturali, come artemisia, ginseng, ma anche heartleaf e centella asiatica, ad esempio, sono al centro delle nuove formule, e apprezzati per le loro proprietà curative e rigenerative. Nel 2024, questa tendenza si spinge oltre, e i motivi per cui va forte sono chiari: abbraccia i temi caldi di oggi, ovvero la cosmesi vegana, la sostenibilità e il tema della protezione dai raggi solari, come mai prima d’ora. Un focus particolare è posto sulla salute del microbioma cutaneo, anche attraverso i prodotti cosiddetti ‘multitasking’ (che altro non sono che cosmetici validi e adattabili a problemi di diverso tipo).
Anche in Italia, la passione per la cosmesi asiatica è in ascesa. La curiosità e l’entusiasmo per le novità provenienti da questa parte del mondo trovano terreno fertile in un pubblico sempre più attento e informato. Un altro aspetto importante nell’ondata di entusiasmo generata dalla cultura di bellezza coreana è anche la cosiddetta ‘Clean Beauty’, che passa attraverso la ricerca di formule che rispettino l’ambiente, prive di acqua e non dannose per le barriere coralline, e che evidenzia un impegno crescente verso la sostenibilità. Ma come è avvenuta questa diffusione su scala mondiale del fenomeno K-Beauty? Sicuramente il ruolo dei social media nel consolidamento di questa tendenza è incontestabile. Piattaforme come Instagram, YouTube e TikTok fungono da catalizzatori, permettendo agli appassionati di condividere esperienze, consigli e recensioni. Tutti i frequentatori dei social avranno sentito parlare, almeno una volta, del brand ‘Yepoda’. Questo marchio di skincare coreana ha raggiunto vette di popolarità altissime, soprattutto a seguito della grande strategia di influencer marketing utilizzata. Yepoda, infatti, avrebbe utilizzato un tipo di sponsorizzazione massiva, che ha accentuato tantissimo l’awareness del brand, soprattutto tra i giovanissimi.
Parliamo, quindi, di un momento storico di grande forza per la K-Beauty: ingredienti naturali, rispetto per l’ambiente, tecnologie avanzate e un approccio naturale alla bellezza si fondono in una visione che promette di elevare ulteriormente gli standard di cura della pelle. E, con ogni probabilità, non ci troviamo di fronte a una semplice moda, ma a una vera e propria filosofia di vita, che ispirerà sempre più persone in tutto il mondo.