Roma – Il concetto di retailpiccolo è bello, non vale più”. Lo afferma Mario Resca, presidente di Confimprese, in occasione della presentazione dell’indagine semestrale Retail Barometer di Confimprese e Jakala su associati e consumatori, come riportato da Italia Oggi. “Bisogna crescere per fusione, acquisizione, facendo sistema, in modo da avere una dimensione tale da poter competere: consente di avere costi più bassi rispetto ai volumi ed essere in grado di attrarre risorse e competenze”. Non solo: “I consumatori sono alla ricerca di brand a cui dare fiducia. E questo si ottiene grazie a una presenza capillare, con un rapporto qualità-prezzo positivo”.

Resca spiega come in Italia molte eccellenze – dal settore alberghiero a quello della Gdo – non siano riuscite a fare il grande salto e pullulano marchi storici acquisiti da multinazionali. Tra le cause principali, la burocrazia: la governance del Paese non incoraggia lo sviluppo e rende l’iter costoso e faticoso per chi fa impresa. Qualcosa però si sta muovendo: crescono le aggregazioni – dall’abbigliamento al tessile, alla ristorazione, alla gioielleria fino ai servizi sanitari – e, nel 2024, fra gli associati di Confimprese sono previste 4mila aperture di punti vendita. “E’ uno spazio di crescita”, spiega Resca, “che mostra la necessità di consolidare le aziende e sostituire un commercio frammentato”.