CARREFOUR: VOTO 6/7
Crescita — 6
Per Carrefour Italia continua il periodo difficile in termini di redditività. Il Gruppo Gs, controllato al 99% dalla holding Carrefour Italia, ha chiuso il 2022 con un calo dei ricavi dell’1%, da 3,89 a 3,84 miliardi (al netto dell’Iva) e una perdita di 116 milioni di euro, dimezzata rispetto ai 269 dell’anno precedente. La perdita sarebbe diminuita grazie a un taglio del costo del lavoro: nel 2022, è sceso infatti da 674 a 487 milioni di euro. 200 milioni risparmiati, dunque, che sono andati a compensare i quasi 100 milioni di rincaro di altri costi operativi, tra cui i canoni di locazione e le spese energetiche. Oltre al costo del lavoro, i tagli hanno interessato anche il numero dei punti vendita. Che, nel corso dell’anno, sono scesi da 373 a 277, dopo che nel 2021 avevano già subito una sforbiciata di 420 negozi. È cresciuto, invece, il numero degli esercizi in franchising, aumentati tra il 2021 e il 2022 di 124 unità, arrivando a quota 1.240. Le perdite di Carrefour Italia erano già state segnalate dall’Area Studi di Mediobanca: stando ai dati dell’ultimo rapporto sulla Gdo in Italia, infatti, il gruppo francese tra il 2017 e il 2021 ha cumulato 766 milioni di perdite, risultando all’ultimo posto tra le società considerate. Il Ceo Christophe Rabatel, al Salone Carrefour di Milano, ha commentato: “Purtroppo, l’ultimo anno si è dimostrato complesso. È dunque molto probabile che, per quanto riguarda il 2023, i risultati non saranno all’altezza delle aspettative”.
Mdd — 6,5
A fine 2023 la quota di prodotti Mdd dovrebbe aver raggiunto il 32-33%, a seguito di una crescita importante. La catena ha anche sviluppato una gamma di 200 prodotti primari per la spesa quotidiana a un prezzo conveniente, che si affianca all’iniziativa del ‘Carrello anti-inflazione’ lanciata lo scorso febbraio: un paniere di 30 prodotti a 30 euro che comprende referenze a marchio Carrefour e Simply. Sempre attraverso le Marche del distributore, ha aderito al ‘Trimestre anti-inflazione’.
Servizi al cliente — 6
Se il 2022 era stato segnato da un’accelerazione sul fronte delle consegne grazie all’accordo con Deliveroo, lo scorso anno non ha visto grandi novità. Il quick commerce si è dimostrato un business poco redditizio (i principali player hanno abbandonato il nostro paese dopo il boom post pandemia), per il resto, sul fronte dei servizi, sembra tutto abbastanza statico.
Sviluppo format — 7
I punti vendita sono diminuiti, mentre è aumentata la quota di franchising, che poi è la strategia privilegiata più volte ricordata dalla catena. Ma bisogna riconoscere a Carrefour di aver scommesso su Milano con il negozio-bistrot Terre d’Italia, inaugurato lo scorso giugno, e con il format Contact di dicembre, basato su Edlp e Mdd. In un settore avaro di innovazione come il retail, sono novità decisamente interessanti.
Sostenibilità — 8
Sostegno a San Patrignano, Fondazione Banco Alimentare e Too good to go, riduzione di plastica per gli imballaggi (207 tonnellate in meno rispetto al 2019), riduzione del 36% degli sprechi alimentari nei pdv, riduzione di Co2 del 41% dal 2019, più spazio ai fornitori locali, attenzione a inclusione e alla diversità. Il bilancio di sostenibilità parla chiaro ed è ricchissimo di iniziative e contenuti. Oltretutto il grande capo di Carrefour, Alexandre Bompard, ha detto a chiare lettere ai 100 fornitori principali che occorre lavorare in concreto per raggiungere l’obiettivo della limitazione delle emissioni di anidride carbonica fissato dalla Unione Europea. Solo il 30% ha risposto in maniera fattiva. Come ha spiegato Rabatel, “Tutti i fornitori possono entrare in un apposito portale e caricare le loro azioni per la riduzione dell’effetto serra. Di conseguenza viene valorizzato l’obiettivo di risparmio fissato. Chi ci sta, bene. Altrimenti, dopo il 2026 è fuori”. Per tutte queste ragioni non si può che confermare il voto dello scorso anno: in tema di sostenibilità, Carrefour Italia è un modello da imitare.
(F.R.)