Bologna – L’Ufficio studi Coop, nel mese di dicembre, ha fotografato l’Italia tramite interviste a diversi manager italiani di primo piano. Nel contesto globale, il maggior elemento di instabilità dello scenario globale nei prossimi 12 mesi saranno i potenziali nuovi conflitti; li teme il 45% del campione a fronte di un 23% preoccupato dai fenomeni climatici estremi e di un 22% allarmato dall’andamento dell’economia internazionale. E tra gli elementi di maggiore preoccupazione figurano proprio gli esiti delle molte tornate elettorali, a partire da quella americana (è quanto dichiara il 44% del campione).
In questo contesto, spiega una nota di Coop, non può che sorprendere la “calma olimpica dei nostri connazionali”. La fotografia degli italiani scattata dalle survey ci consegna infatti l’immagine di un Paese in pausa, annidato nel proprio presente, dove non albergano rabbia o disperazione, ma dove anzi persistono, in linea con l’ultimo anno, stati d’animo positivi. Gli italiani trovano conforto nella dimensione intimistica della loro sfera privata, della famiglia e degli affetti più vicini e sembrano invece aver dovuto rinunciare alla speranza di potersi costruire un futuro migliore.
Secondo i manager della filiera alimentare, anche nel 2024 ci sarà una nuova piccola contrazione degli acquisti food in Gdo (-0,5% a volume), sembrano invece migliorare le intenzioni di spesa degli italiani sui consumi alimentari domestici; la percentuale di quanti intendono aumentare le quantità consumate (16%) supera quella di quanti intendono ridurre i consumi (11%) con una differenza di 5 punti percentuali (la stessa differenza era di -1 punto percentuale nell’indagine di agosto 2023). I principali driver di acquisto sono il rapporto qualità prezzo al primo posto (almeno per il 66% degli italiani), la convenienza e il risparmio (50%) e la salute e il benessere (41%).
I prodotti acquistati nel 2024 saranno perlopiù tradizionali ed essenziali (27%). Torna nel carrello anche l’ortofrutta che in estate sembrava essere stata al centro di forti rinunce. Nella Top 5 compaiono proprio frutta e verdura al primo posto e poi subito dopo il pesce (anch’esso una rinuncia degli ultimi anni). Tra i prodotti di cui gli italiani prevedono di poter ridurre i consumi spiccano invece i dolci (li ridurrà il 41% del campione), le carni rosse (34%), i salumi e affettati (37%) e superalcolici (33%).
Secondo i manager intervistati dall’Ufficio studi Coop, la crescita del Pil stimata allo 0,5% per i prossimi 12 mesi ci rende comunque più lenti dell’Europa, e l’83% dello stesso campione è convinto che aumenteranno la povertà e i fenomeni di vulnerabilità sociale e economica. A fronte di una inflazione alimentare ancora sostenuta (per i manager stimata al 3% nella media d’anno), nel tentativo dunque di difendere i propri consumi e la loro qualità, gli italiani sembrano essersi definitivamente convertiti alla Mdd (Marca del distributore) che anche nel 2024 promette di registrare ottime performance; l’82% dei manager italiani prevede un aumento della quantità acquistata, mentre al primo posto tra le scelte di acquisto in riduzione si trovano le marche industriali. Non solo quelle minori e dei produttori follower (in calo rispettivamente per il 51% e il 48% degli intervistati): non fanno eccezione nemmeno le marche leader tanto che il 36% prevede la rinuncia all’acquisto.