È persino più subdola della shrinkflation (sgrammatura). Perché allo stesso prezzo corrisponde minore qualità. Ma accorgersene – e dimostrarlo – è molto, molto più difficile.
Di Federica Bartesaghi
Sul fenomeno sgradevolissimo della shrinkflation – dove invece che alzare il prezzo di un prodotto si sceglie di diminuire la quantità, sperando che il consumatore non se ne accorga – abbiamo già scritto più volte. C’è però un altro neologismo di questa inclinazione a voler fregare a tutti i costi il consumatore che è meno conosciuto ma ben più pericoloso: la skimpflation. In questo caso, prezzo e grammatura restano identici, ma a cambiare è la qualità degli ingredienti, ovviamente rivista al ribasso. Skimpflation deriva infatti dal verbo inglese to skimp, che significa dire ‘risparmiare’, o meglio, ‘lesinare’.
Un fenomeno che è ancor più subdolo perché difficile da smascherare. Per un occhio attento è infatti facile controllare pesi e grammature, ma quali parametri permettono di valutare in modo oggettivo un cambio di tipo qualitativo? Solo uno: la lista degli ingredienti. Ed è così che qualche furbetto della skimpflation è già stato beccato.
A differenza della shrinkflation, la skimpflation si riferisce anche a prodotti e servizi di ogni tipo: casse automatiche al posto del personale, il costo del bagaglio che supera quello del biglietto, la mancanza dei set di cortesia negli hotel, solo per citare alcuni esempi. Nel caso dei beni di largo consumo, questo si verifica invece quando un prodotto viene impoverito attraverso la riduzione o sostituzione di alcuni ingredienti con alternative meno pregiate. Ma smascherarli non è sempre facile.
Alcuni casi sarebbero già stati evidenziati nelle formulazioni di saponi e detersivi. Accade, ad esempio, che un consumatore inglese abbia accusato Tesco di aver modificato la formulazione del suo sapone per mani, dove l’acqua ora figura come il secondo ingrediente invece che come il terzo. “Il cambiamento nella formulazione è il risultato del passaggio dal sego, un ingrediente di origine animale, a un altro a base vegetale adatto ai vegani”, ha spiegato Tesco. “Con questa modifica l’ordine dell’Inci si è leggermente modificato a causa della chimica coinvolta”.
Verità o furbizia? Non ci è dato saperlo.
C’è poi tutta una categoria di prodotti su cui c’è un forte sospetto di skimpflation, ma dove dimostrarlo è ancora più difficile. Un esempio lo riporta l’avvocato statunitense specialista nel diritto dei consumatori Edgar Dworsky, che sul suo portale Consumer World segue con particolare interesse i fenomeni di shrinkflation e skimpflation. Protagonista è la carta igienica Scott 1000 di Kimberly-Clark: “Praticamente ogni marca di carta igienica è stata ridimensionata nel corso degli anni, ma Scott vanta ancora 1000 fogli per rotolo. Naturalmente, hanno ridotto le dimensioni di ciascun foglio più volte, ma le dimensioni attuali sono rimaste le stesse dal 2010. Quindi, oltre ad aumentare il prezzo, Kimberly-Clark ha modificato la carta stessa. Che secondo gli acquirenti sarebbe sempre più sottile e ruvida”.
Per provare a quantificare il cambiamento, Dworsky ha confrontato il peso di una confezione da quattro rotoli di Scott 1000 del 2006 con la versione odierna, tenendo conto della variazione delle dimensioni dei fogli. Risultato: la versione attuale contiene, in peso, circa il 20% in meno di carta rispetto al 2006. “Non sappiamo se Kimberly-Clark abbia apportato piccole modifiche nel tempo o tutte in una volta”, aggiunge. “La società non ha risposto alle nostre molteplici richieste di rilasciare un commento”.
In Italia casi eclatanti di skimpflation non sono ancora stati riportati. O almeno non sono ancora giunti alle nostre orecchie. Sarebbe un danno d’immagine ben più grave rispetto alla già sgradita shrinkflation. Che in Francia è finita al centro di un vero e proprio sabotaggio: a settembre, il Ceo di Carrefour Alexandre Bompard ha dichiarato guerra aperta alle aziende che praticano la sgrammatura e sugli scaffali, in corrispondenza di alcuni prodotti, sono comparsi cartellini con scritto: “Questo prodotto ha visto diminuire il suo peso e aumentare il prezzo praticato dal nostro fornitore”. Ai furbetti della skimpflation conviene quindi stare in guardia. Come dice il detto, azienda avvisata…