La presidenza di Carlo Bonomi si avvia al tramonto. La campagna per il rinnovo dei vertici inizierà a settembre. Ma l’identikit del leader è già chiaro: un imprenditore autonomo e più autorevole con le istituzioni. Chi sono i possibili candidati?
di Margherita Luisetto
Il mandato di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria dal 2020, scade nel maggio 2024. Ma il mondo confindustriale sembra essere già in fermento per l’inizio dei giochi che porteranno al rinnovo dei vertici. Anche se il percorso sarà lungo, la campagna per la definizione del nuovo presidente partirà da qui a breve. Tra settembre e ottobre per l’esattezza. Quale momento migliore dell’estate, quindi, per studiare e prevedere qualche nome?
Ovviamente al momento le idee non sono ancora molto chiare. Ma una cosa è certa: l’identikit del prossimo leader. Che, secondo il parere di una schiera di associati, non deve somigliare al precedente. Come riportava, alla fine di luglio, l’inserto Affari&Finanza de La Repubblica, infatti, l’obiettivo di Confindustria, innanzitutto, sarebbe quello di trovare un presidente in grado di avere più autorevolezza con le istituzioni, governo in primis, rispetto a quanto dimostrato da Bonomi.
A quanto pare, infatti, in questi ultimi quattro anni l’associazione, sotto la sua guida, avrebbe perso rilevanza. Partendo da questo assioma, la fotografia del leader si palesa: “Serve un industriale vero”, ripetono da più parti, come riporta il quotidiano. E questo significa due cose. La prima è che il nuovo presidente dovrebbe provenire dal settore della manifattura. La seconda è che abbia una propria azienda e un ruolo autonomo come imprenditore. Perché questa indicazione? Pare che diversi associati non abbiano apprezzato il fatto che Bonomi sia con le mani in pasta con Fiera Milano (ne è presidente), società controllata da Fondazione Fiera che fa capo agli enti locali lombardi. Non solo: la sua corsa – fallita – verso la presidenza della Lega Calcio e a quella dell’Enel, solo per riportare alcuni esempi, fino a un possibile ministero, pare abbia creato qualche disappunto tra i confindustriali.
Ma torniamo a noi. Questa volta, sul rinnovo, c’è una novità approvata nei mesi scorsi: la possibilità, a chi è già stato presidente, di ricandidarsi per lo stesso ruolo. Quali sono dunque i nomi più papabili? In pole position per la successione di Viale dell’Astronomia c’è Maurizio Stirpe: attuale vicepresidente di Confindustria e membro del consiglio di amministrazione del Sole 24 Ore, è presidente del Frosinone Calcio e proprietario della Prima Sole Components, azienda operante nel settore della progettazione e realizzazione di componenti in plastica per l’industria degli autoveicoli, motoveicoli e degli elettrodomestici, con numerosi stabilimenti in Italia e all’estero.
Tra i candidati che potrebbero tornare si fa il nome di Antonio D’Amato, che ricoprì quel ruolo dal 2000 al 2004, presidente e amministratore delegato della Seda International Packaging Group. Desiderosa di provarci, “ma con scarse possibilità di successo”, sottolinea il quotidiano, è Barbara Beltrame: tra i vicepresidenti di Confindustria nazionale, è responsabile dell’area comunicazione e marketing di Afv Beltrame Group, nota realtà nel comparto siderurgico italiano ed europeo. Poi ci sarebbe quello che alcuni considerano l’erede designato dello stesso Bonomi: Vittorio Marenghi, presidente del Gruppo Giovani Industriali Mantova, imprenditore e consigliere di amministrazione nell’azienda di famiglia, la Cartiera Mantovana, nonché marito della deputata di Fratelli d’Italia, Maddalena Morgante.
Tra i nomi di sicuro appeal ci sarebbe poi quello della ex presidente Emma Marcegaglia, che però sembra abbia già fatto sapere di non essere disponibile a un nuovo mandato. Un cavallo vincente potrebbe essere Antonio Gozzi: oltre a essere a capo dell’associazione di settore Federacciai, è presidente e amministratore delegato di Duferco Italia Holding, società impegnata in diversi settori, quali la produzione siderurgica, l’energia, l’engineering, la logistica e lo shipping. Da tempo esponente di riferimento del mondo dell’acciaio e delle attività ad esso collegate, gioca a suo favore il fatto che operi in uno dei comparti su cui la transazione ambientale ha e avrà il maggiore impatto. Ma c’è anche chi fa il nome di Paolo Scaroni, presidente dell’Enel, che già due volte è stato vicepresidente di Confindustria. Insomma, staremo a vedere. I giochi sono aperti.