Meda (Mb) – Silvio Berlusconi l’ho incontrato solo una volta. Era intervenuto anni fa a una cena di Costruiamo il Futuro. Accanto all’onorevole Maurizio Lupi, fondatore dell’associazione brianzola, il Cavaliere aveva tenuto un lungo (troppo lungo) discorso in merito ai valori dell’imprenditoria italiana. Lui poteva dirlo. Per costruire il suo impero non ha mai chiesto soldi allo Stato oppure a qualche dittatore straniero (leggi Fiat e Gheddafi). Aveva fatto tutto da solo. Dimostrando una capacità imprenditoriale unica nel suo genere.

Ricordo a tutti che i suoi dipendenti non hanno mai fatto un’ora di cassa integrazione. Fra le innumerevoli iniziative parallele, dall’edilizia e alle Tv private, ricordo la nascita di Blockbuster Italia che ho seguito in prima persona come giornalista. Siamo a cavallo fra gli anni ’80 e ’90. Il fenomeno del ‘cinema in casa’ con l’introduzione delle videocassette è dirompente. Nascono e crescono le videoteche. Finalmente gli italiani possono costruirsi un loro palinsesto. Ovvero guardare i film quando e dove vogliono. Una rivoluzione anche di costume. Il Silvio la intuisce e nel 1994 porta in Italia la catena di videonoleggio Blockbuster, già fiorente negli Usa. Unisce negozi di proprietà ad affiliazioni in franchising. Per aprire un Blockbuster ci voleva mezzo milione di lire. La catena esigeva poi un fee per ogni cassetta noleggiata. Un bel business per l’azienda. Molto meno per l’affiliato.

Il giochino durò fino al 2012. Ma il Cavaliere era già uscito da tempo. Giocava sempre d’anticipo. Come il suo Milan. Quando arrivò in via Turati, a Milano, ci mise poco a capire il provincialismo del calcio italiano. Introdusse da subito una struttura gerarchica: direttore generale, commerciale, finanziario e marketing. E creò, anche grazie a uno sconosciuto ragioniere di Fusignano (Ravenna), Arrigo Sacchi, e a dei giocatori stellari, una squadra straordinaria. Capace di vincere: 8 scudetti, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali. Mentre i bauscia interisti, come me, rosicavano…