Attenzione al pianeta e all’utilizzo di ingredienti naturali. Beauty routine rapide e semplici. Make up leggeri, divertenti e cosmetici sempre più genderless, utilizzabili anche dagli uomini. Un’indagine Ipsos svela le tendenze del comparto nel 2023.
‘Good for me, good for the planet’. Attenzione all’utilizzo di materiali ecofriendly, di ingredienti naturali e ricerca di una beauty routine in grado di coniugare benessere fisico e mentale sono ormai requisiti fondamentali per i consumatori di tutto il mondo. Complice la lunga pandemia che, negli ultimi tre anni, ne ha stravolto e rivoluzionato lo stile di vita. Una tendenza che colpisce in prima persona anche i nostri connazionali, come rivelato dall’indagine ‘Beauty Trends in Italia’ elaborata da Ipsos.
Stando al report, sono cinque le tendenze globali del comparto del beauty e del personal care nei mesi a venire. Inevitabilmente destinate a radicarsi anche nel nostro Paese. In primis, la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente. La pandemia ha accelerato una tendenza già fortemente in essere, favorendo la ricerca e l’acquisto di cosmetici amici del pianeta: meno plastica e imballaggi, più referenze solide e ingredienti tracciabili. Così come metodi di produzione e formulazioni sostenibili, assenza di microplastiche e rispetto dei mari e degli oceani. Emerge, poi, da parte dei consumatori, una crescente volontà ad acquistare meno, e in modo più minimalista, ma meglio e in maniera più mirata.
Non è solamente il rispetto per il pianeta a prendere piede, ma anche quello per sé stessi. Dallo studio Ipsos emerge infatti che le consumatrici italiane sono piuttosto esigenti quando si tratta di cosmetici. Il 51% consulta la lista degli ingredienti prima di acquistare un prodotto beauty. Il 61% preferisce referenze biologiche e naturali, mentre il 66% crede che, per essere efficace, un cosmetico debba essere testato clinicamente. Conquistano dunque terreno le referenze green che, secondo il panel, devono avere caratteristiche imprescindibili: ingredienti di origine naturale, rispetto della pelle, assenza di ingredienti chimici non necessari (come parabeni e coloranti). Ultimo, ma non per importanza, non devono causare reazioni allergiche.
Emerge poi un’idea di bellezza ‘olistica’, in cui l’estetica è sempre più legata alla salute, al benessere fisico e mentale. Il tempo libero messo a disposizione dalla pandemia ha infatti spinto le persone a prendersi cura del proprio corpo e della propria salute, facendole interrogare su quelle che erano le loro priorità fino a quel momento. Il 69% delle intervistate crede che la bellezza sia prima di tutto una questione di salute, mentre l’80% ritiene che salute fisica e mentale abbiano la stessa importanza. Per perseguire tale stato di benessere, risulta dunque necessario, per il 39% del panel, adottare una beauty routine capace di combinare cosmetici diversi. Articolata, dunque, ma pur sempre semplice e non troppo impegnativa a livello di tempo. Per il 73% delle consumatrici è infatti d’obbligo l’utilizzo di prodotti che semplificano la vita e la routine di bellezza, mentre il 63% ricerca invece cosmetici che facciano risparmiare tempo.
C’è poi voglia di divertirsi e sperimentare con il make up. Tolta definitivamente la mascherina, le consumatrici si cimentano in look innovativi, divertenti e leggeri, facendo emergere la parte ludica della cosmetica. Vogliono provare nuovi abbinamenti e tonalità. Il loro desiderio viene così appagato con nuove esperienze interattive, come virtual try on e make up su misura. Per vivere il trucco come un gioco.
Un ragionamento che non coinvolge solamente le consumatrici donne. Sempre più uomini desiderano prendersi cura di sé stessi (63%), migliorando l’aspetto della propria pelle (52%) e contrastando i segni dell’invecchiamento (32%). In loro soccorso arrivano i cosmetici, utilizzati, in base ai dati Ipsos, dal 58% degli uomini. Emerge, tuttavia, un evidente gap generazionale nei confronti del male beauty. Gli over 50 si dimostrano infatti più restii all’utilizzo di cosmetici per vari motivi: perché pensano che non gli servano (53%), non ne conoscono i benefici (18%) o perché credono che possano minare la loro mascolinità (9%). Le generazioni più giovani, al contrario, si dimostrano più aperte e favorevoli all’acquisto di referenze considerate tipicamente femminili. Non solamente online, ma anche in punti vendita fisici.
L’emergere di tali tendenze non può dunque lasciare indifferenti le aziende dell’industria cosmetica. Che, a fronte di chiare e precise indicazioni da parte dei consumatori, devono lavorare per offrire soluzioni il più possibili in linea con le esigenze manifestate: prodotti attenti all’ambiente, credibili e trasparenti, la cui sostenibilità e i cui benefici devono essere comunicati in modo autentico ed emozionale. Soluzioni hi-tech, di facile comprensione, rapide e immediate per divertirsi sperimentando. Pack e claim sempre più genderless per il target maschile più giovane, connotazioni più mascoline e discrete per gli over 50. Un ‘tesoro’ di informazioni da non sottovalutare, ma che potrebbe rivelarsi volano strategico per accrescere la competitività delle aziende del beauty, in Italia e nel mondo.