Bruxelles (Belgio) – Continua a preoccupare le filiere del made in Italy il nuovo regolamento Ue che disciplinerà uso, reimpiego e riciclo di contenitori e imballaggi (leggi qui). “Ci stiamo attivando per fermare la proposta europea”, spiega Stefan Pan, delegato di Confindustria per l’Europa, al Sole 24 Ore, “nessuno si sta rendendo conto delle conseguenze pesanti che avrebbe sull’industria alimentare, cosmetica, farmaceutica, chimica, del cura casa, della ristorazione e logistica. Senza contare quella del riciclo, per cui siamo campioni europei”. Insieme al nuovo Governo, e alle associazioni industriali dei Paesi Ue, Confindustria sta dunque “lavorando per spiegare le implicazioni vere di questa proposta di regolamento, che a livello italiano investirebbe più di 700mila imprese e 6 milioni di dipendenti, senza contare commercio e Horeca”. L’approccio delle nuove norme Ue spinge sul riutilizzo più che sul riciclo, “che può anche funzionare, ma non bisogna usarlo per scardinare la filiera esistente. […] La gestione degli imballaggi e del riciclo è un punto in cui l’Europa può essere forte in modo ragionato e con un know how che mette insieme le migliori tecnologie a disposizione”, evidenzia Pan. L’entrata in vigore del regolamento, inoltre, penalizzerebbe il sistema di recupero italiano, per cui il Pnrr ha stanziato 2,1 miliardi di euro.