Di Luigi Rubinelli

Ecco alcuni approfondimenti del festival Pianeta Terra, tenutosi a Lucca dal 6 al 9 ottobre. Abbiamo già pubblicato un primo approccio con le considerazioni di Stefano Mancuso, il direttore scientifico della manifestazione (leggi qui).

L’ambiente nella carta costituzionale

Il 22 febbraio la Gazzetta ufficiale ha pubblicato il testo della riforma costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Carta. Nell’articolo 9 si afferma che “La Repubblica (…) tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” e che “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Nell’articolo 41 si afferma adesso che “L’iniziativa economica privata (…) non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente” e che “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

Gustavo Zagrebelsky, costituzionalista

La riforma costituzionale è stata fatta per tutelare le generazioni future, che ancora non ci sono, ovviamente, ma ha uno scarso livello giuridico proprio perché le generazioni future non ci sono. È una dichiarazione di atteggiamento olistico, con un valore etico e morale. Ma se le generazioni future non possono avere dei diritti, noi sull’ambiente abbiamo dei doveri. Diceva Fiodor Dostoevskij che solo la bellezza può salvare il mondo. Beh, portiamo questo insegnamento soprattutto nella scuola.

Vito Mancuso, teologo e scrittore

Dobbiamo riflettere sulle parole: il termine antropocentrismo è comunemente contrapposto a teocentrismo, il termine denomina concezioni filosofiche e teologiche che si fondano su una preminente considerazione dell’uomo, cui viene riferita ogni prospettiva teoretica o pratica. Ma l’uomo oltre ad aver iper-consumato materie prime ha consumato anche rapporti umani.

Diciamo la verità: abbiamo fallito con le ideologie e con le religioni. E se c’è un fallimento bisogna capire il perché e da lì ripartire. Lo ha detto bene Papa Francesco con l’enciclica Laudato Si, passata quasi in sordina: siamo con le spalle al muro riguardo all’ambiente e dobbiamo cambiare rotta. Martin Heidegger diceva che la tecnica sarebbe diventata legge, ma come abbiamo visto si sbagliava, solo Dio ci potrà salvare dal disastro ambientale. Se la crisi è di sistema e forse non c’è soluzione, ci vuole un aiuto di tutti i giorni, ben sapendo che la persona non è più al centro di tutto. È vera la citazione di Fiodor Dostoevskij, infatti la crisi dell’ambiente è il trionfo della bruttezza; dobbiamo diventare credenti per abbracciare la bellezza. È inutile invocare un dio dittatore che può salvarci, magari con una deriva autoritaria: ognuno deve diventare responsabile verso sé stesso e gli altri e l’ambiente, senza appellare un dio. Diceva Norberto Bobbio che non ci serve la religione ma una profonda religiosità.

Giuseppe Laterza, editore e organizzatore del festival

La sostenibilità è una rivoluzione, ma la rivoluzione non è una cena di gala. La sostenibilità è di lungo e di breve periodo contemporaneamente, è fatta di strategie ma anche di comportamenti quotidiani, è una sorta di educazione etica. Il cambiamento climatico è pericoloso, ma possiamo fermarlo.

Emanuele Coccia, filosofo

Per affrontare l’evoluzione è meglio cooperare che competere. La vita delle piante è un modello morale da seguire. A partire dagli anni Sessanta il paradigma che dominava in biologia — l’idea che fosse la competizione e la guerra di tutti contro tutti a permettere a ciascuna delle specie e degli individui di progredire — è stato contestato fino alla definitiva messa in mora. Al suo posto, è avanzata l’idea che la simbiosi e la cooperazione sono meccanismi evolutivamente molto più significativi. All’interno di questo paradigma le piante — che, in quanto organismi autotrofi, sono estranei ai meccanismi della predazione e quindi partecipano all’ostilità in maniera molto inferiore rispetto agli animali — sono diventate epistemologicamente centrali per tutta la biologia e più in generale per la teoria della conoscenza. Solo riconoscendo che tutti gli esseri viventi, mammiferi o alberi che siano, indifferentemente dalla loro specie, vivono la stessa e medesima vita, si potrà fondare una morale che sia davvero una morale ecologica al di là di ogni possibile retorica. È bene ricordarlo: siamo tutti una sola vita, anche se storicamente proveniamo da più vite contemporaneamente che fa di ognuno di noi un unicum e un’unica unità cosmica. Siamo allo stesso modo antichissimi e giovanissimi. La vita è un gigantesco scambio di carni, proprio a cominciare dalla maternità. La terra non è perfetta e non è adatta ad accettare altre vite, non è neppure bella e non è in equilibrio perché è fragile, sempre in trasformazione per lo sfruttamento alla quale è sottoposta.

 

Il festival Pianeta Terra è stato organizzato dall’editore Laterza e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, insieme a vari sponsor, fra i quali Sofidel.