Giorgio Santambrogio, Ad del Gruppo Végé, ha già commentato la ricerca di Altroconsumo (leggi qui). Aggiungiamo il nostro giudizio.
La ricerca, bisogna sottolinearlo, è di dubbio valore scientifico, soprattutto quest’anno perché non mette in risalto il problema dei prezzi, non tanto come una fotografia, ma come un film.
La rilevazione prezzi è stata fatta fra il 7 marzo e il 1° aprile 2022. Gia da questo lasso di tempo si capisce bene come dal punto di vista scientifico sia praticamente nulla:
- l’aumento dei prezzi da aprile ad agosto è stato ben superiore alla comparazione di Altroconsumo fra marzo 2021 e marzo 2022. Lo dice l’Istat e soprattutto le analisi di NielsenIQ e IRi. Che senso ha allora spacciare una ricerca vecchia, che non dice nulla su quel che realmente accade per una ricerca esaustiva? Sono dati che vanno bene per giornalisti dalla bocca buona, che non conoscono bene le dinamiche del pricing della Gdo.
- Il pricing ormai avviene per zone ridotte, a Milano ci possono essere pricing diversi e non di poco da zona, ma lo stesso accade a Roma e nelle grandi città. O si prendono tutti, ma proprio tutti i pdv esistenti e si fa una media sensata, oppure si rischia di fare una ‘mediona’ insufficiente.
- Con i segnaprezzi elettronici il prezzo esposto in quel singolo punto di vendita viene cambiato anche più volte nel corso della giornata. Quando è passato il rilevatore di Altroconsumo che ora era? Quante volte è cambiato prima e dopo la sua rilevazione? La ricerca di Altroconsumo non lo dice ma non può dirlo. Quante volte è stato rilevato il prezzo di quel prodotto nel periodo indicato, marzo 2021 vs marzo 2022? Tre, quattro, cinque? Capite bene che in un anno, soprattutto quest’anno, i dati ci mostrerebbero ben altro. Quante rilevazioni sono state fatte nel marzo 2022 per ciascun ipermercato e supermercato e superette e discount? La ricerca non lo dice, come se il prezzo fosse un elemento statico. Il prezzo, invece, è un elemento dinamico, che cambia di continuo. Sarebbe interessante sapere da NielsenIQ e IRi quante volte è cambiato il prezzo in ciascun negozio nel marzo 2022. Loro lo sanno, ma non possono dirlo senza l’autorizzazione dei clienti della Gdo. E poi lo farebbero pagare a caro prezzo, cosa che nessun giornale può permettersi una simile ricerca.
- Non viene rilevato e spiegato per bene il sistema delle promozioni nella loro segmentazione, come ad esempio la raccolta punti, oltrechè lo sconto. Come tutti sanno, i punti sono poi redimibili all’interno di una spesa successiva e quindi andrebbero conteggiati nelle classifiche della convenienza.
- Che senso ha, quindi, dire che quel dato prodotto-brand in quel determinato negozio è più conveniente dello stesso prodotto-brand di un altro negozio, senza tenere conto dei prezzi di una singola zona?
- Su una cosa la ricerca di Altroconsumo fa bene a rilevare le differenze: a proposito di discount e supermercati. I brand nazionali sono grosso modo il 20% degli assortimenti dei discount, hanno grammature diverse e pack molte volte diversi. Si possono paragonare con i supermercati? Difficile, non è vero? Personalmente trovo che la segmentazione delle tipologie di negozi (ipermercati-supermercati-superette-discount) abbia ancora un senso, come ce l’ha pure quella usata da NielsenIQ che specifica come esistano negozi di centro città, negozi di zone di vacanza, negozi vicini a snodi di mobilità e altro ancora. La location determina il pricing, se in una certa zona un punto di vendita è leader, perché dovrebbe abbassare i prezzi oltre al dovuto? Per partecipare alle classifiche della convenienza? Suvvia…
- Sulle coccarde che premiano i primi in classifica bisognerebbe poi stendere un velo di silenzio perché tocca la sfera etica: se la classifica redatta ha diverse zone grigie come abbiamo elencato fino ad ora, che diavolo di coccarda è mai questa, per giunta venduta a un prezzo che appare consistente per l’utilizzo successivo che l’azienda della Gdo ne può fare? Può un’associazione di consumatori fare un simile mercimonio? Per fare può farlo, nessun impedimento legale, ci mancherebbe, ma sarebbe credibile?