Cosmetici, profumi, detersivi, pesticidi e prodotti farmaceutici, ma anche giocattoli, abbigliamento e pezzi di ricambio per automobili. Sono questi gli articoli più contraffatti in Ue. Distribuiti soprattutto online e provenienti in larga parte da Cina e Hong Kong.

Di Annalisa Pozzoli

Con la sua sede ad Alicante, in Spagna, l’Euipo è una delle più grandi agenzie decentrate dell’Ue. Il suo compito è gestire la registrazione dei marchi dell’Unione europea (Mue) e dei modelli comunitari registrati (Dmc), al fine di proteggere la proprietà intellettuale in tutti gli stati membri. In cooperazione con gli uffici nazionali e regionale, inoltre, si occupa degli illeciti compiuti in materia di copyright e ospita l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.

Attraverso questo strumento, insieme all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), pubblica regolarmente studi e ricerche sul commercio mondiale di prodotti contraffatti. E tra gli articoli falsi più frequenti, continuano a comparire cosmetici e profumi, detersivi e pesticidi, insieme ad abbigliamento, giocattoli, pezzi di ricambio per automobili e persino prodotti farmaceutici.

È quanto evidenzia la nuova relazione ‘Dangerous Fakes. Trade in counterfeit goods that pose health, safety and environmental risks’ (‘Falsi pericolosi. Il commercio di merci contraffatte che comportano rischi per la salute, la sicurezza e l’ambiente’). Pubblicata a metà marzo, analizza nel dettaglio i dati del triennio 2017-2019 per quanto riguarda i sequestri effettuati dalle autorità doganali, ma anche altri elementi, relativi all’applicazione delle norme, esaminando le modalità in cui le contraffazioni più pericolose possono finire nelle mani dei consumatori. Ebbene, le vendite online hanno rappresentato il 60% dei sequestri globali. Di questi, i cosmetici sono stati i prodotti confiscati con maggiore frequenza (46%), seguiti da abbigliamento (18%), giocattoli e giochi (17%) e pezzi di ricambio per automobili (8%). I paesi più colpiti dalla contraffazione sono la Germania (21%), il Belgio (9%), l’Italia (6%) e la Danimarca (3%).

La maggior parte di questi falsi pericolosi proveniva dalla Cina (55% dei sequestri doganali mondiali) e da Hong Kong (19%), che hanno costituito quasi i tre quarti dei sequestri. La Turchia rappresentava il paese di provenienza del 9% dei prodotti pericolosi. La Germania (con il 47% dei sequestri doganali mondiali dei prodotti falsi più pericolosi destinati all’Ue) è stata di gran lunga la principale destinazione di queste merci contraffatte all’interno dell’Ue nel periodo 2017-2019, seguita da Belgio, Danimarca, Italia, Spagna e Austria.

In termini di distribuzione, i pacchi postali, grazie alla crescente popolarità degli acquisti online, sono il metodo di spedizione preferito per i contraffattori. Piccoli e numerosi, complicano le procedure di controllo e di rilevamento da parte delle autorità doganali. Nel complesso, il 60% dei prodotti pericolosi sequestrati è stato spedito mediante servizi postali, mentre il trasporto marittimo è stato quello prevalente in termini di valore dei sequestri.

Tra i prodotti contraffatti, referenze beauty, disinfettanti e igienizzanti, articoli per l’igiene femminile, ma anche oral care. Per un totale di circa 23mila sequestri di cosmetici contraffatti dal 2017 al 2019. Una categoria che viaggiava soprattutto in piccoli pacchi. In particolare, i prodotti più frequentemente intercettati sono stati i profumi di diverse marche. Ma anche il make up (rossetti, bb cream, palette di ombretti, ciprie, ecc.). Quanto alla provenienza, il 68% partiva dalla Cina, il 15% da Hong Kong, l’8% dalla Turchia e l’1% dagli Emirati Arabi Uniti.

La pandemia di Covid-19 non ha fatto che incidere ulteriormente sul commercio di prodotti falsi pericolosi, aggravando le tendenze esistenti. Dal 2020 in poi sono aumentati i sequestri di medicinali, kit di analisi e dispositivi di protezione individuale contraffatti, nonché altri prodotti medici.

“Il commercio illecito di merci contraffatte e piratate costituisce una grande sfida per la nostra economia globale”, ha commentato il direttore esecutivo di Euipo, Christian Archambeau. “Alimenta la criminalità organizzata, mina una sana governance pubblica e minaccia il nostro piano di ripresa NextGenerationEU a seguito della pandemia. Inoltre, come sottolinea questa nuova relazione in collaborazione con l’Ocse, i falsi pericolosi creano importanti rischi per la salute, la sicurezza e l’ambiente. Siamo fiduciosi del fatto che questi dati aiuteranno a comprendere il rischio posto dalla contraffazione per la nostra società, a facilitare lo sviluppo di politiche innovative per rispondere a queste sfide e a promuovere un commercio equo nella ripresa post Covid-19”.