Düsseldorf (Germania) – Il picco dei costi energetici ha determinato un incremento nel prezzo dei principali materiali utilizzati per la produzione di imballaggi flessibili, come riporta l’associazione europea di settore, Flexible Packaging Europe (Fpe). Dopo il lieve ridimensionamento registrato nel terzo trimestre dell’anno, il quarto trimestre mostra +10% per il Pet da 12 micron, +12% per il Bopp da 20 micron e +9% per il foglio di alluminio da 7 micron. Chiudendo l’anno a livelli record rispetto a fine 2020. “Il Bopp da 20 micron costa adesso oltre l’80% in più rispetto a un anno fa, mentre il foglio di alluminio da 7 micron è aumentato quasi del 50%. Il Pet da 12 micron e le pellicole in Bopa da 15 micron sono aumentate entrambe del 35%”, si legge in una nota dell’associazione. “Una nota positiva è che sia il prezzo dell’Ldpe sia quello dell’Hdpe hanno registrato un lieve calo del 2% rispetto al trimestre precedente, pur restando ancora rispettivamente al 70% e al 48% al di sopra dei prezzi del IV Trim. 2020, stando alle più recenti cifre pubblicate da Icis e Wood Mackenzie Chemicals”. La domanda si mantiene forte, secondo Fpe, ma si fanno sentire gli effetti delle difficili dinamiche nelle catene di rifornimento. Cruciale anche la volatilità dei prezzi del petrolio, della disponibilità e dei costi di beni accessori come adesivi, inchiostri e solventi.
Fonte: Flexible Packaging Europe (Fpe)