Mark Smith, direttore generale dell’associazione no profit, spiega i trend del comparto. E le iniziative per combattere il fenomeno del greenwashing.

Di Irene Galimberti

Cosmesi ‘fermentata’, protezione e minimalismo sono i principali trend per il mercato beauty green nel 2022. Tendenze segnalate da chi, senza ombra di dubbio, conosce bene il settore: Natrue. Secondo l’Associazione internazionale non profit – che opera dal 2007 per la tutela della cosmetica biologica, naturale e sostenibile – tra gli ingredienti emergono Kombucha, Thanaka e composti derivati da alghe (leggi qui). Abbiamo intervistato Mark Smith, direttore generale di Natrue, per fare il punto sul mercato e le normative del beauty green.

Qual è l’andamento di questa categoria di prodotti?
Le vendite dei cosmetici green nel Vecchio Continente continuano a crescere. Il mercato è passato da 1 miliardo di euro nel 2007 a 3,82 miliardi di euro nel 2018. Secondo il report ‘Market performance 2020, european cosmetic, toiletry & perfumery data’, i tre principali mercati per il cura persona in Europa sono Germania, Francia e Regno Unito, seguiti da Italia, Spagna e Polonia. In Germania, il più grande mercato di cosmetici naturali e biologici certificati, il segmento ha registrato una crescita del 10%. Pari a circa 10 volte quella dell’intera industria cosmetica tedesca. Più in generale, e a seconda della maturità del mercato, la crescita dovrebbe assestarsi tra il 5% e l’8%, ribadendo l’importanza del settore per l’industria in generale.

Quali sono i fenomeni più interessanti per il comparto?
Negli ultimi due anni abbiamo assistito a problemi con le filiere. E, soprattutto nel corso del 2020, si è registrata una crescita notevole per alcune categorie di prodotti come i saponi, rispetto ad altre come i cosmetici decorativi. In ogni caso, la richiesta di prodotti beauty naturali si è solo rafforzata durante questo periodo e la tendenza dovrebbe continuare con, in parallelo, anche un aumento dell’attenzione per le azioni di sostenibilità.

Le aziende si stanno davvero adattando alle tendenze, proponendo linee sempre più green?
La sostenibilità sta diventando una priorità chiave per sempre più imprese nel settore. I consumatori sono più consapevoli e preoccupati per l’ambiente e il pianeta e aumentano le loro aspettative sui prodotti cosmetici, soprattutto se naturali o biologici. Di conseguenza, oltre ai fattori determinanti (come le questioni etiche relative al benessere degli animali o l’assenza di particolari ingredienti), le aziende sono alla ricerca di modalità per migliorare la propria impronta sociale e ambientale. Attraverso investimenti in iniziative più ecologiche di produzione e utilizzo dell’energia, approvvigionamento responsabile, uso di materie prime a minor impatto ambientale sia in termini di reperimento sia in fase post-consumo (ad esempio biodegradabilità), o collaborando con i fornitori per sviluppare imballaggi riutilizzabili, ricaricabili e più riciclabili. La necessità di svilupparsi in modo sostenibile è inevitabile e ogni azienda deve fare la sua parte.

In questa ‘corsa al green’, però, c’è il rischio di ricorrere a facili scorciatoie…
Il rischio di greenwashing è dietro l’angolo. Soprattutto in considerazione del fatto che per i cosmetici, in Ue, non abbiamo ancora norme o criteri armonizzati per identificare quando le affermazioni sono considerate fuorvianti per i consumatori. Per questo motivo, standard definiti come quelli di Natrue, possono identificare criteri rigorosi e verificabili per rassicurare i consumatori quando si tratta di trovare cosmetici realmente naturali e biologici.

Che cosa fa Natrue per combattere il greenwashing?
Natrue ha quattro direttive nel settore: sviluppare standard di alta qualità applicabili a livello internazionale; promuovere l’Etichetta Natrue come incarnazione dello standard; contribuire al processo decisionale normativo dell’Ue; fornire ai consumatori informazioni di qualità sui cosmetici naturali e biologici. Già dal 2008 Natrue ha stabilito criteri internazionali per la certificazione di materie prime cosmetiche e prodotti finiti. Negli anni a seguire, il lavoro di Natrue a livello Ue, ma anche internazionale, è stato quello di sostenere una migliore regolamentazione per i cosmetici naturali e biologici. Anche partecipando a gruppi di lavoro di esperti Iso e Cen. Il nostro lavoro non è solo finalizzato al miglioramento della legislazione in merito ai reclami, ma anche a garantire la disponibilità e la protezione delle materie prime cosmetiche naturali e biologiche. Ma lo strumento chiave è la nostra etichetta.

Perché?
E’ concepita per fornire un mezzo immediato ed evidente (il sigillo sulle confezioni) che certifica l’utilizzo corretto delle affermazioni sui cosmetici naturali e biologici, al fine di combattere il greenwashing e rassicurare i consumatori sull’autenticità del prodotto. Un sigillo rilasciato secondo requisiti rigorosi per ingredienti e prodotti. Che contemplano produzione e contenuto della formulazione, ma anche requisiti etici, ambientali e sostenibili, che vanno dalla protezione del benessere degli animali, all’imballaggio e ai materiali di imballaggio, alla biodegradabilità e alla responsabilità, all’approvvigionamento sostenibile ed etico delle materie prime. Inoltre, il marchio Natrue può essere concesso a un prodotto solo se almeno il 75% (8 su 10) dei prodotti del brand è soggetto a certificazione Natrue.