High Point (Usa) – È il 2014 quando Zoe Diana Draelos, dermatologa e ricercatrice statunitense, presenta sul Journal of Drugs in Dermatology la ‘Beauty Pyramid’. Lo schema stabiliva quali trattamenti fossero più efficaci per mantenere una pelle fresca e giovane, senza ricorrere all’uso del bisturi. Un modello accreditato da professionisti del settore di tutto il mondo. Nel 2021, l’autrice aggiorna gli equilibri della piramide. Che sono cambiati, complici i cambiamenti climatici degli ultimi anni e i nuovi stili di vita adottati.

Alla base spuntano i prodotti da utilizzare quotidianamente per la protezione della pelle. Oltre a creme, sieri e spray per la protezione dai raggi Uva/Uvb, si parla anche di photoaging indotto dagli infrarossi. Nella scelta dei dermocosmetici incide l’aging originato dall’inquinamento atmosferico. Motivo per il quale, all’interno dei nuovi prodotti di skincare, vengono sempre più utilizzate molecole immunoprotettrici e antiossidanti. Al centro della piramide sono due gli step essenziali: idratazione ed esfoliazione. Nel primo caso, all’ormai famoso acido ialuronico, si affiancano anche oli vegetali, burri e cere per frenare la perdita d’acqua transepidermica. L’esfoliazione invece, stimolando il turnover cellulare, permette anche di ridurre le macchie scure.

Al vertice della piramide, infine, troviamo tutti quei trattamenti che attivano la rigenerazione della pelle negli strati più profondi. Al via, quindi, a prodotti di ultima generazione con cellule staminali vegetali contenenti attivi antiossidanti e rigeneranti. Senza dimenticare gli oligopeptidi, utili per la neoproduzione di collagene e fibre elastiche.