Sono in vacanza (si fa per dire) a San Vincenzo in Toscana. Mi arriva l’invito all’inaugurazione del nuovo punto vendita Esselunga a Livorno. Dopo tutto quello che è successo un’occasione del genere è da non perdere. Così il 28 luglio, lasciata la moglie al mare (abbastanza incazzata), mi reco a Stalingrado, come abbiamo chiamato affettuosamente la città labronica, visto il suo passato comunista. Il colpo d’occhio, appena arrivato in viale Petrarca, sede del supermercato Esselunga, è notevole. Un edificio architettonicamente molto bello, oggettivamente dominante fra i palazzi della zona. Fuori, gente in fila con i carrelli pronti per la spesa. Dentro, una bella confusione, con persone di tutti i tipi e di tutte le estrazioni sociali: mamme con i bambini, pensionati, giovani coppie. Orecchiando qua e là noto che tutti i commenti sono positivi. Piacciono i prezzi (ma per l’occasione sono stati ulteriormente scontati), l’ordine e la disposizione delle merci, la possibilità di poter vedere la produzione del pane e altro. Fin qui tutto bene ma una domanda è d’obbligo: alla lunga il format terrà? Livorno è una città ‘discountizzata’ con un reddito medio per abitante basso, poco incline alle spese folli. Sicuramente Esselunga risponderà alle esigenze di qualità della spesa dei più abbienti. Non so del resto. Vedremo anche come risponderà Coop. Si potrebbe scatenare una guerra all’ultimo sconto, tutta a favore del consumatore finale. Oppure invece ci si limiterà a una convivenza belligerante con promozioni spot. Due considerazioni infine sul format. Indubbiamente la scelta di eliminare il corridoio obbligato di frutta e verdura va nella direzione di favorire l’accesso al consumatore. Non so però quanto sia conveniente alla catena. Altro punto interrogativo è poi la scelta di posizionare la gastronomia alla fine, vicino alle casse. Forse si va nella logica di puntare tutto sul libero servizio a svantaggio del banco taglio. Mah, anche in questo caso, se sia giusto o meno, “lo scopriremo solo vivendo”. Nel frattempo la moglie si è rasserenata. L’ho portata da Canessa, a Baratti, per una cena a base di pesce. E poi a Populonia per l’immancabile shopping. Cosa non si fa per sopravvivere…

Angelo Frigerio